Beccacce a dicembre
- Scritto da Alessandro Buzzi
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Ogni mese dell’anno dedicato alla caccia della Regina, si può serenamente affermare è un mese bellissimo e speso bene, che reca con se sempre nuove emozionanti avventure a chi ha nel sangue, quel sottile veleno che ci procura molto spesso una vera e propria fibrillazione, e ci fa passare mesi in uno stato di eccitazione continua.
Dicembre è un mese veramente meraviglioso per svolgere la caccia all’arcera, se la stagione si mantiene discreta spesso si assiste a giornate splendide, luminose, di freddo sano. E’ un mese che non raramente consente di realizzare carnieri molto importanti con massime soddisfazioni venatorie, in quanto in genere Dicembre porta con se un buon numero di beccacce rafforzate dall’esperienza maturata e quindi agguerrite nelle difese.
Le condizioni climatiche di questi periodi poi, aiutano ad innescare un certo movimento fra le schiere alate delle beccacce, sono tempi di calate e spostamenti in massa, a volte favorevoli a volte no a seconda del punto dove ci troviamo. Sempre però, il solo sapere che improvvise condizioni meteorologiche che cambiano repentinamente, possono portare nuove inaspettate buone schiere di uccelli dal becco lungo nei nostri boschi, è cosa molto positiva per il morale del beccacciaio. Le improvvise gelate a quote superiori può spingere le beccacce verso il piano o la media collina, come far giungere un buon numero di Regine anche da posti più lontani.
Regine che in queste condizioni spesso prenderanno casa in affitto lungo le sponde di torrenti e fiumi, o nei boschi più riparati composti in maggioranza da sempreverdi.
Molto di frequente in dicembre capitano giornate a dir poco favolose, sia per numero d’incontri che per la bellezza della stagione, che seppure fredda è spesso accompagnata da splendide giornate di sole. Nelle ore centrali del giorno si assiste di consueto ad una temperatura davvero ideale, il ghiaccio dimoia al tiepido sole, il terreno si fa friabile e morbido e la beccaccia può finalmente senza troppo faticare ispezionare il terreno. In queste condizioni la Regina si fa meno scontrosa del solito, è più ben disposta a tollerare qualche lieve nostra mancanza e lascia il suo posto bene esposto a solatio, solo quando vi è costretta.
Finalmente sazia si fa pigra più del solito, restia a lasciare la rimessa in genere se costretta a frullare, in queste giornate di sole come sopra descritte e nelle ore più calde del giorno, il tragitto che compie per andare in una rimessa d’appoggio non è lungo. La rimessa d’appoggio serve alla Regina per far passare la burrasca in corso, nel nostro caso cane e cacciatore, poi passato il pericolo torna alla rimessa di residenza abituale.
A dicembre molto spesso mi è capitato di fare alzare una beccaccia alla quale non ho potuto tirare per qualche impedimento o semplicemente non uccisa. Se dopo un’oretta mi capitava di ripassare da quelle parti non raramente trovavo la rimessa nuovamente abitata, evidentemente la beccaccia tornava al luogo dell’involo perché vi era particolarmente affezionata.
Ho parlato di carnieri importanti fatti nel mese di dicembre, in tale periodo specialmente in alcune zone dell’Italia centrale si può assistere a vere e proprie concentrazioni di beccacce, che tendono a svernare nei luoghi dove il clima è più mite.
La macchia mediterranea costiera e i boschi nell’interno della campagna Tosco Laziale, da sempre sono zone particolarmente vocate alla sosta della beccaccia nei periodi freddi dell’inverno.
Zone una volta molto praticate dai più famosi cacciatori di beccacce, laggiù, erano molte le beccacce che svernavano aspettando il periodo del ripasso, facendo la felicità dei cacciatori di mestiere e non. Da numerosi diari scritti in quell’epoca d’oro, si legge che le maggiori catture erano realizzate nel periodo che va dalla fine di novembre alle festività di Natale. Dalle grandi città i più grandi cacciatori di beccacce del continente partivano ai primi di novembre per le varie zone della Maremma. Giunti sul luogo si accampavano per quasi due mesi di caccia, tornando alle abitazioni solo pochi giorni prima di Natale. Dopo le feste con il sopraggiungere dei grandi freddi di gennaio, non tutte le beccacce proseguivano verso il meridione e l’Africa, ma una buona parte di esse restava. Naturalmente si spostavano abbandonando i posti diciamo meno folti, per immergersi nei fitti più impenetrabili. Ecco spiegato perché non pochi autori scrivevano che dalla fine di dicembre la quasi totalità delle beccacce abbandonavano la Maremma, rimanendo semmai solo qualche rara beccaccia ferita, impedita a riprendere la migrazione.
In dicembre la beccaccia cambia umore da giorno a giorno, a volte pure nel corso della stessa giornata. A volte possono presentarsi pigre, goffe ed ingenue, altre volte possono mostrarsi scontrose ed inavvicinabili con un diavolo per penna. Spiegarne le ragioni è impossibile, perché dovremmo chiederlo direttamente a loro. C’è da supporre tuttavia per esperienza maturata, che molto spesso prevedendo in forte anticipo il tempo, siano nervose ed irascibili perché sentono l’avvicinarsi di qualche situazione climatica avversa.
Ricordo a proposito un giorno di metà dicembre di qualche anno fa, con una buona presenza di beccacce in luogo; per tutta la mattina le Regine parevano letteralmente indiavolate, non riuscii a mettere a segno un solo colpo. Correvano veloci davanti al cane intessendo girigogoli fra macchie folte di pungitopo, scope e corbezzoli, si introducevano fra folte macchie di rovi come serpi d’estate. A volte in quella mattinata le vidi partire in volo e ributtarsi ad una ventina di metri tanto per mettere in difficoltà il cane, parevano letteralmente scatenate. Giunta l’ora di colazione ci fermammo io e il povero mio cane Dik ad una sorgente a fare un po’ di colazione e riposarci, la prendemmo comoda più del consueto. Quando più tardi riprendemmo la ricerca, ben presto ci accorgemmo che la musica era sensibilmente cambiata, le Regine tenevano la ferma e il carniere iniziò a risentirne positivamente, e si fece discreto prima di sera.
Senza necessità di andare all’estero, in dicembre è possibile fare nelle varie località Italiane del continente e sulle isole, discreti carnieri di beccacce. L’incontro con la Regina a dicembre se le condizioni meteorologiche sono buone è quasi assicurato, essendoci beccacce che hanno tendenza a svernare in varie regioni del centro e delle isole. Sono beccacce specialmente se si sono stanzializzate, che possono presentarsi abbastanza difficili da catturare, perché imparano presto a muoversi per il bosco eseguendo in dettaglio tutte le norme di sicurezza imparate nei mesi precedenti.
Sono beccacce stanziali che nel prossimo mese di gennaio troveremmo arroccate in vere e proprie fortezze, fortezze che sarà difficile espugnare. Intanto già iniziano a costruirsi i fortilizi, nei quali rintanate ed attente ci fanno sudare sette camicie prima di concedersi.
Sono periodi in cui l’esperto cacciatore di beccacce inizia a conteggiare e prendere nota delle varie rimesse che ospitano la Regina, cercando nel frattempo, se si trova nei paraggi ed è in buona giornata di por fine alla diatriba intercorsa. A volte come già detto ci si riesce altre no, secondo i giorni e molto spesso secondo l’umore della beccaccia, sempre; occorre un pizzico di fortuna, perché in certi posti non è facile individuare da quale parte si può risolvere il duello in nostro favore. Se la giornata si presenta particolarmente fredda e gelata, conviene partire costeggiando le sponde di fiumi e torrenti, sicuramente se a giro c’è una Regina è la che si trova. Molto promettenti sono pure le sorgenti e i rivoli d’acqua anche esigui che scorrono lungo i fossetti, fra le radici di salici, betici,e giunchi. A dicembre non manco mai di visitare i canneti lungo gli argini dei fossati, anche se a volte il cane si confonde con qualche rallide di turno propenso a fare a rimpiattino con lui.
In dicembre poi ci si può imbattere pure con qualche Regina senza corona, sorpresa a razzolare vicino alla casa del contadino nel campo di cavoli o addirittura nella concimaia. Un giorno mi capitò di involarla nell’estesa aia di un conoscente in mezzo a polli e conigli sciolti, riuscì a marcare il punto della rimessa composta da un esteso canneto lungo un fossaccio, dal quale la dovetti stanare per ben tre volte prima di poterla accomodare in carniera.
Se in dicembre mi trovo fra le mani un cane esperto e già fatto, mi ritengo un uomo fortunato e non lo lascio certo in canile ad oziare, ma se ho solo un cane giovane da fargli fare utili esperienze, ne approfitto senza la minima esitazione.
Ho affermato che in questo Santo mese, si possono incontrare praticamente tutta la tipologia caratteriale dei becchi lunghi, dalla beccaccia che si lascia fermare quasi al pulito, a quella che sta preparando un fortilizio da sfruttare nel prossimo gennaio, furba e riottosa da non credere.
Delle beccacce di dicembre ho un ricordo però da sempre bello e radioso, come di quando all’inizio della carriera di beccacciaio, sfruttando le vacanze Natalizie io ed un mio amico di scuola, si partiva alla ventura con una vecchia giardinetta restando fuori casa per molti giorni. Fatte le dovute scorte di cibarie e caricati cani e fucili, si partiva verso le località non molto distanti dalla città, ma che allora per i mezzi e le strade parevano lontanissime e foriere di stravaganti avventure. La vecchia traballante giardinetta caricata all’inverosimile, stentava a salire su per le ripide strade, spesso le salite più irte venivano fatte in prima a passo d’uomo, ogni tanto ricordo bisognava fermarsi per darle un po’ di respiro, e meno male che la temperatura era rigida. Fatto un posto ci si spostava in un altro di frequente anche a piedi senza usare la macchina, a sera conoscevamo qualche pensione di campagna a basso prezzo dove pernottare e fare un pranzo caldo, spesso non sofisticato ma sempre gustoso e genuino. Un par d’ova nel padellino con il verde buon olio nuovo che sgrillettava sul fuoco, o del saporito baccalà per secondo, e sempre una doppia razione di pastasciutta erano sufficienti a saziare dei giovani camminatori come noi. A mezzogiorno invece si mangiava all’aperto, abitualmente si accedeva il fuoco al riparo dai venti su un costone a grotta, sul fuoco si arrostiva una bella aringa o delle saporite salsicce che bene accompagnate da pane a volontà e un paio di bicchieri di vino, ci riscaldavano e ci ristoravano a sufficienza. Deliziosi le colazioni a base di pane e lardo di un bel colore rosa tagliato a fette sottili o con qualche tocco di salsiccia piccante, che mangiate vicino alla sorgente con i cani accanto e un paio di beccacce bene esposte e accomodate su una pietra, erano la fine del mondo, tanto che a pensarci mi viene l’acquolina in bocca, e che bella cornice era a vedersi!
La caccia non so se era per via della giovinezza o per via della solita fortuna che aiuta molto spesso i principianti, andò quasi sempre bene durante queste nostre belle spedizioni, e Dio solo sa se in quegli anni se ne facevamo spesso e con buon profitto. A scuola invece il profitto era piuttosto scarso tanto che ricordo un anno in particolare, fummo entrambi rimandati, ma noi invece di preoccuparci troppo degli studi, si seguitava a fare progetti per le cacciate future. Spesso a sera si decideva di comune accordo, la vendita dei selvatici ad un paio di macellai da tempo nostri conoscenti per rimediare qualche soldo, tanto per mantenerci la gita, perché chiedere troppi soldi in casa per la caccia e per di più a danno dello studio a volte ci sembrava anche a noi, veramente da sfacciati.
Dicembre quindi a parte ogni sia pur dolce reminescenza, resta e rimane un mese classico per cacciare la beccaccia, mese che sicuramente misura le qualità della coppia, ma che se queste ultime non difettano troppo può dare veramente grandi soddisfazioni.
Si ringrazia Caccia+ per aver fornito il contenuto.