Spaniel e beccacce
- Scritto da Federico Vannucci
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Nel Regno Unito del XVIII e XIX secolo, nelle Contee e presso le nobili casate, prendevano vieppiù forma e distinzione, per peculiarità di impiego e per conseguente selezione e fissazione morfologica, varie razze di cani da ferma e da cerca.
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Oltre a vari altri impieghi che colà rendono la caccia "Sport", impieghi per i quali la parte del leone la facevano le mute dei segugi in quanto il tipo di caccia considerato la più nobile e tenuto nella maggior considerazione, c'erano appunto una serie di caccie considerate "minori", ma non per questo snobbate, ed anzi con l'evoluzione ed il miglioramento dei ceppi di cani precursori delle moderne razze, vieppiù considerate e praticate: è in questo periodo che dai generici ceppi spaniel si evolvevano e si definivano i "sitting spaniels", cioè i precursori delle 4 moderne razze Setters.
Razze da ferma, ed appunto Setters in particolare, che nel nostro Paese dopo molti anni diverranno poi l'emblema stesso della caccia alla Regina. Ma nel Regno di Albione le cose andarono un poco diversamente. E' infatti dal ceppo degli "springing spaniel", cioè dagli spaniel forzatori anziché fermatori della selvaggina, che derivarono le razze, e che tutt'ora detengono il primato, nell'impiego nella caccia alla beccaccia.
Da quelle parti infatti questo tipo di caccia non si è mai evoluto nei modi specialisti ed addirittura nei toni poetici, come successo da noi con il cane dal ferma. Da quelle parti la beccaccia è rimasta un più banale e pragmatico "gallo di bosco (woodcock)", insidiato principalmente con gli spaniel ed, in tempi più moderni, addirittura con caccie in battuta. Nondimeno, è proprio nel XIX secolo che l'impiego degli spaniel in questo tipo di caccia, nei classici boschetti inglesi, ha preso una forma talmente comune e specialistica che tutti quegli spaniel appunto di piccole dimensioni, e quindi particolarmente adatti alla bisogna, sono stati genericamente definiti come gli specialisti: i (wood)cocker spaniel, appunto, che divenuti successivamente razza, ne hanno addirittura ereditato l'origine etnica del nome della razza stessa!
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L'incontro della beccaccia con lo spaniel, da noi, è più spesso occasionale, legata ancor più spesso ad altri tipi di caccia, quando appunto al nostro spaniel gli si presenta l'occasione che la Regina sia ospitata in un terreno a lui più confacente, che sarà quindi un recesso ancorché di bosco, magari anche un po' più folto e coperto dove si sia andata a rifugiare anche per rifuggere la confusione di zone più ampie e magari pure più vocate, ma anche di più facile accesso per i nostri nembrotti ed i loro cani da ferma. Vi è, nondimeno, anche la possibilità che la beccaccia venga reperita in maniera più sistematica e mirata proprio attraverso uno spaniel, cioè da un cacciatore che proprio utilizzi lo spaniel per cacciarla in maniera specialista. Un evento da noi relativamente raro, ma poi nemmeno così tanto inusuale. Se, infatti, il territorio che ospita le beccacce è costituito da "buttate" dove queste vanno a pasturare, e che siano ben conosciute dal nostro nembrotto, magari in ambienti pure abbastanza ostici ancorché di limitata estensione e quindi non proprio ideali per un cane da ferma, ecco che l'impiego di uno spaniel può rivelarsi addirittura più utile, anche in termini di carniere, che non addirittura quello di un cane di ferma. Senza mai dimenticare che, magari finita di esplorare la nostra allettante "buttata", una fucilata ad un merlo o ad un tordo la si può sempre fare, senza rischiare di sciupare niente, anzi... Quello che a noi serve è semmai uno spaniel con caratteristiche un poco particolari: come ci insegnano dal Regno Unito un piccolo Cocker rimane comunque l'ideale, sia per quanto riguarda attitudine e metodo di affrontare quell'ambiente e quello specifico selvatico. Oggi, da noi, è parecchio più diffuso lo Springer, che proprio per le sue caratteristiche di genericità di impiego può adempiere quasi altrettanto bene alla mansione. Però il miglior springer da beccacce è senz'altro quello che per dimensioni e/o metodo più si avvicina al cugino cocker: cioè uno springer di piccole dimensione, e/o quantomeno un soggetto non troppo veemente e veloce, ma piuttosto prudente e metodico, che magari non faccia fuggire anzitempo la nostra Regina per un'eccessivamente rumorosa e veemente esplorazione del sottobosco, e finanche perché proprio non "salti" una magari più flebile emanazione che lo conduca alla dimora della Nostra. Inoltre va pure considerato che l'abbocco della Regina abbattuta sia dolce e morbido, tale da rendere onore e rispetto ad un selvatico da noi sempre relativamente raro, tanto quanto ambito e considerato di grande pregio. Ormai diversi anni fa, c'era un amico che aveva un cane da me allevato. Un soggetto relativamente tranquillo, di buona taglia, metodo ed un ottimo naso. L'amico frequentava una squadra di cinghialai, conosceva molto bene i boschi della collina pistoiese, e veniva regolarmente informato dalla squadra circa le presenze di beccacce nelle zone di battuta dei cinghiali. Il pomeriggio od il giorno dopo, prendeva il canino ed andava con molta calma e metodo a battere le zone dove una beccaccia era stata vista. Normalmente terminava l'annata con una decina, anche 20 beccacce abbattute. Numeri che dalle nostre parti toccano davvero a pochi, ancorché accompagnati dai più specialisti e straordinari fermatori!
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Articolo pubblicato su DIANA