La Pernice Bianca
- Scritto da Flavio Galizzi
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Fra i tetraonidi che abitano le nostre Alpi (il Gallo cedrone, il Gallo forcello e il Francolino di monte), la Pernice bianca è quella che vive ad altitudini più elevate, oltre i 2000 metri, in zone impervie, rocciose, praterie alpine e pietraie, dove in ogni stagione sfrutta egregiamente le sue caratteristiche mimetiche, unica difesa dallo sguardo acuto dell'aquila. La sua alimentazione, da adulta, è esclusivamente vegetale, mentre i piccoli si nutrono volentieri anche di molluschi, insetti e ragni.
La pernice bianca è l'unico tetraonide che presenta una doppia muta stagionale completa. Questa caratteristica fa sì che nelle stagioni intermedie, salvo l’estate e l'inverno, sia sempre in fase di muta. Mentre d'estate il suo piumaggio è grigio-bruno-rugginoso, fittamente striato di chiaro, in autunno passa gradualmente, entro metà novembre, al bianco candido, per tornare bruna durante la primavera.
E' la regina delle vette.
Le pernici bianche conducono generalmente vita gregaria, ad eccezione del periodo della riproduzione, quando le coppie, stabili, formatesi verso aprile, scelgono il loro territorio di nidificazione che il maschio pensa a difendere dagli intrusi. Come per il francolino di monte, e contrariamente ai galli, le coppie sono monogame; in giugno la femmina depone e cova da sola, in un nido sommariamente ricavato in una fossetta del terreno, da 5 a 8 uova, a volte fino ad una dozzina, per tre settimane. Una volta usciti dall'uovo e asciutti i piccoli lasciano il nido per seguire la madre e a due settimane sono già in grado di spiccare i primi brevi voli.
Quando ha i pulcini la pernice bianca, come altre specie, se è minacciata da predatori terrestri, si finge ferita, adottando la tecnica "dell'ala spezzata", per catturare l'attenzione e attirare lontano il nemico, per poi involarsi decisa quando l'aggressore non è più in grado di costituire una minaccia per i piccoli.
SCHEDA
Nome scientifico: Lagopus mutus
Il nome “Lagopus” significa “zampa di lepre”, perché ha le zampe completamente ricoperte da piume, mentre “mutus” le è stato attribuito perché silenziosa.
Dati biometrici
Lunghezza media: M 38, F 35 cm.
Apertura alare: M 59, F 57 cm.
Peso medio: 450 g. per i maschi e 415 g. per le femmine.
Mimetismo sulla neve
I mammiferi e gli uccelli stanziali che vivono sulle nostre montagne, quando viene l’inverno, oltre al problema di cercare il cibo, nascosto sotto la neve, per cui devono spesso scavare per raggiungerlo, hanno anche il problema di come difendersi dai predatori. Per quelli che vivono nel bosco il problema è forse più semplice, in quanto i rami e le macchie dei sempreverdi rappresentano, anche d’inverno, un ottimo rifugio. Per quelli che vivono perennemente sulle alte vette il problema è più serio. La colorazione del loro piumaggio estivo, o del loro pelo, che li ha aiutati nella bella stagione, diventa un pericolo. La natura è venuta loro incontro: al sopraggiungere dell’inverno queste specie mutano il loro manto e diventano candidi come la neve. Così fanno la pernice bianca, la lepre variabile e l’ermellino,
Completata la muta invernale, gli unici particolari per distinguerli tra le nevi sono dei piccoli segnali distintivi. Per la pernice bianca sono le timoniere della coda, nere per entrambi i sessi, e una leggera striscia che va dal becco fin oltre l'occhio, anch'essa nera, presente solamente nel maschio. La lepre bianca conserva neri due ciuffi di peli sulla punta delle orecchie, mentre per l’ermellino il segnale distintivo è la punta della coda, sempre nera.