Il Tordo Bottaccio
- Scritto da Flavio Galizzi
- Dimensione font Riduci dimensione font Aumenta dimensione font
Il tordo ha da sempre rappresentato per le nostre tradizioni un appuntamento autunnale importante.
Esso ci annuncia che l’autunno è ormai iniziato, ed è tempo di pensare all’imminente arrivo dell’inverno.
Per i nostri nonni, e per molti cacciatori ancora oggi, rappresenta il momento gioioso della caccia a capanno, periodo vissuto come tempo del riposo dalle grandi fatiche di un anno di duro lavoro, come tempo delle vere ed uniche ferie da godere nella pace e nel magico silenzio dei boschi.
La caccia autunnale al tordo ha segnato per molti cacciatori un elemento di cultura polare di intenso significato e di grande valore storico.
Questo stupendo uccello, dai colori mimetici e dal canto straordinariamente melodioso, vive principalmente nei territori boscosi delle regioni dell’Europa centrale, ma si riproduce anche da noi, in tutti i boschi dei territori montani. Il suo bellissimo canto riecheggia nelle vallate alpine per tutto il periodo riproduttivo, da fine marzo a fine giugno, a volte anche a luglio e agosto, e gareggia, per bellezza, con i paesaggi e i colori straordinari dei cieli e delle vette alpine.
Il suo nido è una coppa profonda, molto ben curata, rivestita internamente, come una tazza, di terra impastata e lisciata. In genere vengono deposte 4 o 5 uova per ogni covata. I tordi sono molto prolifici, arrivando a deporre, in certe situazioni favorevoli, perfino 4 covate ogni anno.
I maschi, quando in primavera scelgono il territorio dove attirare le femmine per la riproduzione, sono molto territoriali, e spesso si azzuffano per la conquista del posto migliore.
SCHEDA
Lunghezza: circa 20 centimetri.
Peso: circa 80 grammi, di poco inferiore al merlo.
Apertura alare: circa 35 centimetri.
Il suo nome scientifico è Turdus philomelos. Tordo è il nome che davano a questo uccello i latini, che già apprezzavano le sue carni, e Philomelos deriva dal greco, e significa “amico del canto”.