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Alessandro Bassignana

Alessandro Bassignana

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LUPI: STORICO ANNUNCIO DA PARTE DI FEDERCACCIA PIEMONTE

Tanto tuonò che piovve, ed alla fine arrivarono i risultati: tanto attesi ad aggredire la bassottina di Giaveno, e il suo padrone intervenuto a difenderla, furono quattro lupi, e lo confermano senza appello le analisi del DNA effettuate da ISPRA su campioni raccolti da Federcaccia Piemonte.
Quel giorno, 10 gennaio 2017, in Borgata Tora, poco sopra l’abitato di Giaveno, Paolo Ferlanda stava passeggiando con il suo cane, Mia una giovane femmina di bassotto tedesco a pelo duro; la cagna lo precedeva sulla stradina montana, molto frequentata durante la stagione estiva, di una cinquantina di metri e sparì alla sua vista  dopo una curva.
Di lì ad un attimo l’uomo la sentì guaire e pensando avesse fatto l’incontro con un branco di cinghiali si precipitò verso lei.
Girato l’angolo davanti a lui si parò una scena terrificante, con quattro lupi che avevano bloccato la cagna, due addentandola sulla schiena, mentre altri due, che parevano i più grandi del piccolo branco, le chiudevano le vie di fuga.
Paolo cominciò ad urlare, correndo coraggiosamente verso gli animali mentre agitava il bastone che aveva con sé.
Uno dei lupi, il più grosso, si girò verso di lui e cercò d’assalirlo, mentre lui provò a colpirlo, senza riuscirci, per difendere Mia, che due lupi si contendevano ormai a morsi, come per strapparla. 
Il lupo non riuscì a morderlo, ma solo ad agganciarlo con i denti per il fondo dei pantaloni, mentre l’uomo questa volta gli assestò un robusto calcione con la gamba libera.
Nel trambusto Mia riuscì a liberarsi, riparandosi tra le sue gambe mentre i lupi si dileguavano nei boschi circostanti.
Paolo avvisò subito alcuni amici che presero immediato contatto con Federcaccia Piemonte.
Nemmeno due ore dopo e la povera Mia era già sul tavolo della clinica veterinaria di Avigliana, dove fu curata e dove le vennero prelevati campioni del pelo ancora intriso di saliva degli aggressori.
La scelta dell’Associazione Venatoria, che aveva subito avvisato anche il Servizio Tutela Flora e Fauna della Città Metropolitana, fu quella di far effettuare le analisi, a sue spese, presso il centro più accreditato d’Italia, l’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale), dipendente direttamente dal Ministero dell’Ambiente. Certi che l’aggressione fosse opera di lupi, si voleva evitare che le analisi potesse venire contestate da chicchessia, visto il fanatismo che ormai circonda ogni vicenda legata ad avvistamenti o predazioni dei lupi.
Paolo Ferlanda aveva già consegnato al vicepresidente di Federcaccia Piemonte i pantaloni strappati, tolti non appena rientrato a casa e inseriti in un sacco da consegnare al laboratorio. ISPRA chiese a Federcaccia di produrre anche il DNA del bassotto, in modo da poterlo isolare evitando contaminazioni.
La settimana successiva i campioni, prelevati con le massime attenzioni, e conservati egualmente bene, viaggiavano verso i laboratori ISPRA di Ozzano dell’Emilia (BO) insieme al presidente regionale di Federcaccia Piemonte, Bruno Morena, e al vicepresidente vicario Alessandro Bassignana.
A ricevere il materiale il Dr. Romolo Caniglia che aprendo il sacco contenente i pantaloni s’accorse come al fondo della gamba destra vi fosse lo strappo causato dal morso del lupo che aveva attaccato l’uomo, mentre la gamba sinistra mostrasse un’ampia chiazza all’altezza del polpaccio.
Ipotizzando fosse saliva depositata dalla cagnetta, che secondo la testimonianza di Ferlanda una volta liberatasi dagli aggressori s’era rifugiata tra le sue gambe, vennero tagliati due diversi lembi di tessuto, e così i campioni divennero cinque.
Era così, e un mese dopo le analisi confermarono le nostre supposizioni: il DNA di due diversi lupi maschi, strettamente imparentati, erano presenti sul pantalone, mentre sul pelo di Mia erano presenti le stesse tracce trovate sulla gamba sinistra del pantalone. 
Era la prova cercata, e la dimostrazione che quel giorno ad attaccare cane e padrone furono quattro lupi italici.
Nessuno ora potrà più dire che certi episodi non possono accadere, perché ciò non avviene da oltre 150 anni, Federcaccia Piemonte ed ISPRA sono state solo molto fortunate a poterlo dimostrare, così come lo sono stati Paolo e Mia.
 
Autorizzati da Federcaccia Piemonte, che ne detiene proprietà congiunta, alleghiamo pdf con lettera accompagnatoria ISPRA e risultati delle analisi. 
 

L’elogio della “parata”

Proseguono gli interventi, in esclusiva su Cacciando.com, del Dott. Roberto Mazzoni della Stella: oggi parliamo di cinghiale.
 
Considerata la situazione emergenziale del cinghiale, la gestione di questo ungulato dovrebbe essere affrontata in modo pragmatico, seguendo il consiglio del saggio cinese che suggerisce di “prendere il topo senza stare a guardare il colore del gatto”.
Il disturbo creato dalla caccia in braccata costringe i cinghiali a rifugiarsi all’interno delle aree protette alla ricerca di cibo e tranquillità. Ma le risorse alimentari non sono infinite e quando siamo in tanti il cibo fa presto a finire.
Così, i branchi guidati dalle femmine sono costretti loro malgrado a fare marcia indietro e a riportarsi nelle aree di caccia alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti.
Tuttavia i cinghiali, per quanto affamati, non sono certo fessi. Sanno benissimo che uscire dalle aree protette e andare a mangiare nelle aree di caccia comporta il concreto rischio di rimetterci la buccia. Per questo i furbacchioni, sfruttando il vantaggio offerto loro dalle notti lunghe, vanno a riempirsi la pancia stando bene attenti però a fare ritorno al sicuro prima del sorgere del sole.
Al termine della caccia, con il ritorno del silenzio e della tranquillità, dopo aver dato fondo alle ultime risorse di cibo disponibili dentro ai boschi, ai cinghiali non resta che portarsi a mangiare direttamente nelle aree coltivate. E qui, apriti cielo e spalancati terra, arrivano i danni con tutto quello che ne consegue.
Per cercare di tamponare la falla, Regioni e Ambiti Territoriali di Caccia adottano fior di leggi e provvedimenti per scongiurare la catastrofe. Ma questi interventi equivalgono, per lo più, a chiudere la stalla quando i buoi son già scappati. Nel senso che, bene che vada, si abbattono i cinghiali quando hanno già avuto tempo a sufficienza per nutrirsi a spese degli agricoltori.
Intendiamoci! Il problema non è certo di facile soluzione. Tuttavia, incrementare il prelievo venatorio delle squadre durante il normale svolgimento della stagione venatoria gioverebbe eccome.
Quantomeno ci sarebbero meno cinghiali in circolazione. L’incremento del prelievo venatorio delle squadre di caccia non risolverebbe certamente il problema, ma contribuirebbe senz’altro ad attenuarlo.
Allora, tra le misure che potrebbero essere adottate a questo scopo ci sarebbe, ad esempio, la legalizzazione e l’impiego su larga scala della cosiddetta “parata”. Ovvero, l’impedire ai cinghiali che si recano nelle aree di caccia per alimentarsi di fare ritorno nelle aree protette prima dell’alba. Questa tecnica, nel caso in cui fosse adottata come normale misura gestionale, potrebbe contribuire all’incremento dei carnieri durante la normale stagione venatoria e ridurre, di conseguenza, la necessità di ricorrere agli abbattimenti dopo la chiusura della caccia.
Gli attuali divieti nei confronti della “parata” nascono, giustamente, dall’esigenza di evitare che le squadre facciano ricorso a sostanze e materiali inquinanti o deturpanti. In realtà, la semplice presenza dei cacciatori nelle ore precedenti l’alba lungo i confini delle aree protette è in grado di impedire ai cinghiali di abbandonare le aree di caccia.
Questo metodo è del tutto innocuo rispetto all’ambiente e molto efficace, nonostante gli indubbi sacrifici che comporta per i cacciatori.
La “parata”, inutile nascondercelo, è tuttavia mal vista anche da una parte dei cacciatori e delle squadre. Viene percepita come una sorta di rapina, una pratica antisportiva. In realtà queste obiezioni sono di fatto inconsistenti.
Specifici accordi tra squadre confinanti possono facilmente evitare qualsiasi attrito e d’altra parte, anche gli abbattimenti dopo la chiusura della stagione venatoria non sono certo un esempio di eticità. La questione nella sua essenza è semplice: meglio incrementare, per quanto possibile, i carnieri di caccia o intervenire a caccia chiusa? Agli scettici l’ardua sentenza!
 

HIT HIT Urrà

 
Alla fine è stato un trionfo, e delle polemiche che avevano preceduto la tre giorni vicentina non v’era più traccia già solo mezz’ora dopo l’apertura dei cancelli.
HIT SHOW 2017, magistralmente organizzato da Italian Exibition Group (Fiera di Vicenza + Fiera di Rimini), s’è presentato a migliaia d’appassionati cacciatori, tiratori e cinofili, amanti dell'outdoor, con l’abito della festa e tutte le intenzioni di ripetere, se non migliorare, lo straordinario successo del 2016.
Così è stato, e tolta qualche pecca nella logistica, ma forse più dipendente dal grande flusso di arrivi concentrato in poco tempo e dall’incapacità della rete viaria di reggerlo, l’organizzazione ha funzionato bene, e la gente ha molto apprezzato.
Nessuno ha parlato più del divieto d’ingresso ai minori di 14 anni, prontamente rimosso dall'organizzazione quando ci si è accorti d’aver erroneamente interpretato il regolamento, tanto che nei padiglioni della kermesse vicentina v’erano anche molti bambini e ragazzi con le loro famiglie.
Determinante l’apertura di una nuova area dedicata integralmente alla canna rigata, e che ha consentito di diminuire la pressione sulle altre, nei padiglioni della Fiera si trovava di tutto, da armi e munizioni, apparecchiature elettroniche, ottiche, buffetteria, abbigliamento e calzature, agenzie di viaggi venatorie o aziende faunistico-venatorie, così come gli articoli per cinofilia od anche prodotti alimentari; insomma, di tutto e di più, per accontentare ogni gusto!
Presenti tutte le grandi aziende del mondo caccia e tiro, oltre alle principali associazioni venatorie, e nutritissimo il calendario di convegni, corsi ed eventi che andavano dal tiro sportivo, con la presenza dei campioni olimpici di Rio 2016, alla caccia o alla cinofilia, senza però dimenticare la premiazione del nostro concorso di letteratura venatoriaScrivendo & Cacciando”, patrocinato da IEG e giunto alla sua quarta edizione.
 
E proprio parlando di noi, di Cacciando.com, non si può tacere sulla grande soddisfazione per i risultati raggiunti: nati nel dicembre 2012 a luglio 2016 abbiamo ristrutturato il portale e proprio ad HIT lanciato nuove iniziative che ci pongono all’avanguardia del mondo web, come la nostra unica ed innovativa piattaforma di e.learning "Armi Italiane Academy" o Hunting Book, un nuovo social esclusivamente dedicato al mondo della caccia e ai cacciatori.
Nel frattempo abbiamo anche rifiutata una proposta giunta da un portale concorrente, che ci ha scritto più volte proponendoci di cedere loro tutti i nostri contenuti e reindirizzare il nostro notevole flusso di traffico sul loro sito, un modo piuttosto facile e conveniente per far crescere i consensi con il lavoro altrui, forse consapevoli delle difficoltà d’imporsi con le sole proprie forze.
"De gustibus non disputandum est" scrivevano i latini, ma noi abbiamo ben altre idee, e così camminiamo sempre con le nostre gambe.
 
Tornando a Vicenza s’aspettano ancora i risultati ufficiali, ma l’affluenza del primo giorno, con oltre 16.000 presenze nei padiglioni della Fiera, e quelli della domenica, quando s’è superata la soglia di 12.000, fanno ben sperare per il risultato finale, dato che anche il lunedìm, terzo ed ultimo giorno della manifestazione, l’affollamento è stato davvero grande, con l’arrivo di auto e pullman da ogni parte d’Italia.
Appare alla portata di IEG il superamento dei numeri del 2016, quando i visitatori furono circa 36.000, e dunque…”quota 40.000” non è poi così tanto lontana.
Insomma, HIT SHOW 2017 si è riconfermato l’appuntamento di settore più importante d’Italia, e l’ambizione di diventare sempre più internazionale, tanto da far dimenticare a tutti la defunta EXA che dopo vita trentennale chiuse i suoi battenti a Brescia con l’edizione 2013, subito prima che Fiera di Vicenza decidesse di trasformare la sua manifestazione Hunting Show in questo straordinario contenitore d'oogi, un oggetto del desiderio per decine di migliaia di persone.
Fa sorridere quindi leggere come qualcuno pensi ora di far nascere manifestazioni concorrenti, o addirittura spostare l’evento da Vicenza ad altre città: s’è fatto il nome di Verona, Brescia, Milano e persino quello di Bologna, nemmeno se un’impresa del genere fosse alla portata di tutti.
Di HIT molti possono dirsi soddisfatti, ma specialmente dall’11 al 13 febbraio 2017…a Vicenza ha vinto la Caccia!

Il nuovo coltello da caccia Maserin “CROZ” (disegnato da Ettore Zanon)

COMUNICATO STAMPA
 
Un lama fissa di altissima qualità creato per l’eviscerazione degli ungulati.
Coltellerie Maserin presenta a HIT 2017 (padiglione 6, stand 210) il suo nuovo coltello da caccia “Croz”.
E’ stato creato in collaborazione con un designer d’eccezione, il noto giornalista ed esperto di caccia in montagna Ettore Zanon, con l’obiettivo di costruire il miglior lama fissa possibile per l’eviscerazione degli ungulati. Croz è la roccia, in dialetto trentino, la roccia dove i cacciatori di montagna si confrontano con i camosci, quella a cui si appoggiano per tirare; e Croz da il nome a questo straordinario coltello, perché Ettore Zanon, il suo grande ispiratore, ha voluto un termine che ricordasse la caccia nelle sue montagne della Val di Rabbi, e ha messo tutta la sua esperienza di cacciatore di ungulati al servizio dei fratelli Maserin, che l’hanno sintetizzata in un coltello davvero eccellente.
 
Si tratta di un lama fissa semplice e leggero di 23 centimetri, di cui 11 di lama (spessa 4 millimetri), in acciaio N690, 60 HRC, uno dei migliori al mondo, con alto contenuto di carbonio e una durezza che consente di operare bene senza perdere il filo. La seghettatura nella parte vicina al manico è voluta per facilitare il lavoro sulle parti ossee.
Il manico è in tre versioni diverse, in robustissima resina G10 per le versioni nera e arancione ad alta visibilità, altrettanto robusto micarta per il modello in verde scuro. Per l’ergonomia, le guance sono picchiettate in modo da rendere più difficile lo scivolamento nelle fasi di lavoro. Massima sicurezza, garantita anche dalla generosa guardia e dalla zigrinatura nella parte superiore della lama, elementi grazie ai quali risulterà estremamente difficile perdere la presa.
Un elemento di grande finezza ed utilità, che differenzia decisamente questo coltello, è l’inserimento nella parte posteriore di un acciarino per affilare lo strumento, invisibile quando è inserito.
Croz avrà un fodero in nylon facile da lavare e sarà disponibile a fine estate al prezzo al pubblico di 148 euro.
 
Il pensiero di Ettore Zanon alla base del suo coltello: "Croz, nel mio dialetto reto-romanzo, vuol, dire roccia. La roccia è dura, solida, rigorosa, essenziale. E così vuole essere questo coltello da caccia. A cosa serve realmente il coltello a caccia? Beh a fare poche cose, che però devono essere fatte al meglio, in modo pratico. Operazioni tipiche della vita outdoor, come tagliare il cibo o scheggiare il legno per accendere un fuoco. Operazioni specifiche della caccia, come eviscerare l’animale prelevato ed eventualmente accorare. A chi sa eviscerare non servono fronzoli, serve uno strumento essenziale ed efficace. La lama  deve essere robusta, non troppo grande, della forma adeguata e sempre ben affilata. Facile da maneggiare, lavare e igienizzare. Qualità tutte racchiuse nel “Croz”: la lama fissa in acciaio della miglior qualità, la punta, acuminata come è necessario, la parte seghettata per tagliare le ossa, l’acciarino affilatore integrato nell’impugnatura.  
Croz riprende forme tipiche dei coltelli da caccia della tradizione mitteleuropea, reinventate applicando nuovi concetti, con materiali e tecnologie avveniristiche.  Essenziale, bello e cattivo: roba da professionisti."
 
Ettore Zanon è nato a Bolzano nel 1967 e vive a Rabbi, una  splendida valle trentina.
Coordina l’Accademia Ambiente Foreste e Fauna del Trentino, che si occupa in particolare di formazione venatoria. È Direttore della didattica di “Obora Hunting Academy” prestigiosa scuola di caccia in Repubblica Ceca. Giornalista professionista ed esperto di comunicazione. Ha curato numerose campagne di informazione dedicate a tematiche ambientali, aree protette ,specie animali. Coautore del manuale “Ungulati delle Alpi – Biologia, riconoscimento, gestione”. Firma storica della rivista venatoria “Cacciare a Palla”. Ha pubblicato oltre 350 articoli sulle più importanti testate nazionali di argomento faunistico e venatorio, come editorialista ed esperto di tematiche di gestione faunistica. Cacciatore di ungulati,formato nella tradizione mitteleuropea, con una lunga esperienza in Italia ed Europa. Crede fermamente nel concetto di caccia sostenibile e ha dedicato numerose riflessioni all’etica venatoria. 
 
Croz può essere prenotato su www.coltellidacaccia.com il sito su cui trovare ed acquistare i migliori coltelli da caccia e tempo libero di Coltellerie Maserin
 

HIT e gli “under 14”: tutto è bene…

Ieri per il mondo della caccia è stato un pomeriggio bollente, con il web impazzito che faceva rimbalzare le notizie veloci come la pallina da tennis sul campo dello straordinario match Federer – Nadal, che molti di noi hanno ancora negli occhi.
Per ore sulla rete si è parlato quasi solo di Vicenza, e della prossima manifestazione HIT SHOW 2017 che si terrà nella città veneta tra l’11 e il 13 febbraio, quest’anno organizzata dalla nuova società nata tra la Fiera di Rimini e quella vicentina: International Exibition Group (IEG).
 
Boicottaggio” era la parola d’ordine, e migliaia di post si sono riversati su Facebook da parte di cacciatori, dirigenti venatori, politici, operatori economici ed anche alcuni…arruffapopoli assortiti, ma tutti così arrabbiati da invitare le persone a non recarsi la prossima settimana a Vicenza per l’appuntamento fieristico ormai riconosciuto come il più importante di settore in Italia.
Le ragioni per protestare in verità c’erano tutte, eccome se c'erano, perché s’era diffusa la notizia di come l’organizzazione della kermesse vicentina avrebbe impedito ingresso e accesso agli stand ai minori di 14 anni, pur se accompagnati da genitori o comunque maggiorenni, nemmeno se una fiera di caccia e tiro sportivo fosse diventata uno spettacolo pornografico o violento.
Il sito stesso dell’organizzazione riportava in bell’evidenza il divieto e così la reazione è stata durissima, immediata, e gli echi sono immediatamente giunti anche a Vicenza e Rimini, tanto che si è ritenuto doveroso uscire in prima serata con un comunicato che facesse chiarezza sulla vicenda, senza invece aspettare il lunedì mattina come s’era ipotizzato in un primo tempo.
 
Bordate terribili sono state sparate contro gli organizzatori dell’evento, certo in maniera precipitosa e senza rifletterci troppo sopra o far tante verifiche; l’hanno fatto alcune associazioni venatorie, ma pure siti web o gruppi e pagine Facebook, anche di quelli che…vorrebbero distinguersi per equilibrio e completezza dell’informazione, e che invece hanno sguainata la spada, brandendola e minacciando persino ritorsioni future ai danni dell’evento, abbandonandolo quest'anno, e...magari anche in futuro.
 
Pure noi siamo stati informati di quello che appariva davvero un assurdo divieto, e che certamente nemmeno noi avremmo condiviso se confermato, e siamo stati invitati da molti nostri utenti a prendere una posizione dura contro l'evento, a scrivere ed attaccare.
Abbiamo invece preferito contattare l’organizzazione e farci spiegare cosa fosse accaduto, ascoltare le loro spiegazioni ed attendere la doverosa rettifica che infatti è arrivata all’ora di cena, e che per primi abbiamo diffuso sul web quand’ancora altri sbraitavano la loro ira.
Il comunicato ufficiale di IEG Expo riferisce di “…uno spiacevole refuso all’interno del regolamento” che avrebbe generato l’equivoco, precisando come l’ingresso sia in realtà consentito a tutti, compresi i "...minori di 18 anni se accompagnati da persone di maggior età".
 
A noi francamente sta bene così e non chiediamo altro all’organizzazione, nemmeno vogliamo accendere nuove polemiche che a nulla porterebbero, certi che una manifestazione di respiro internazionale, bella ed importante qual'è ormai HIT SHOW, meriti la partecipazione d’un vasto pubblico di cacciatori ed appassionati, compresi quelli che, beati loro, hanno ancora l’età per sognare e pensare che il mondo dei grandi, di quelli che hanno già raggiunta la maggior età, sia migliore di quello…che invece è!
 
Ci vediamo a Vicenza, piccoli e grandi, e…buon HIT SHOW 2017 a tutti.

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Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura