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Luca Gironi

Luca Gironi

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Toscana: Arci Caccia e CCT danno notizia della mancata apertura alla tortora

tortoraBrutte notizie per i cacciatori toscani: la Regione vieta la tortora in preapertura.

Così scrive Arci Caccia: 

La Regione ha deciso: niente tortora in preapertura

 Abbiamo appena ricevuto la comunicazione da parte della Regione che, vista l’inadempienza del Governo sull’approvazione del Piano Nazionale di Gestione della Tortora Selvatica, e viste le condizioni estremamente rigide imposte dall’Ispra per concedere il prelievo, ha preferito togliere la specie dal provvedimento autorizzativo della Preapertura. Niente tortora quindi in preapertura che riguarderà solo il prelievo in deroga dello storno.

Così scrive la CCT:

PRE-APERTURA 2021: LA TOSCANA VIETA IL PRELIEVO DELLA TORTORA
Abbiamo appreso con rammarico la decisione dell’Assessore Regionale Saccardi di non consentire, per le prossime giornate di pre-apertura, il prelievo della specie Tortora selvatica (Streptopelia turtur).
Dispiace rilevare come, nonostante ci fossero i presupposti per una scelta diversa, la Regione abbia deciso di non affrontare il problema, scegliendo una strada estremamente restrittiva che penalizzerà una parte consistente dei cacciatori.
Nel merito delle argomentazioni riportate dal comunicato appena inviato a tutte le associazioni, che riportiamo di seguito integralmente, riteniamo necessario ribadire che la Commissione Europea non ha mai richiesto, a nostro giudizio, <l’obbligo di una rendicontazione immediata dei capi abbattuti> suggerendo invece una riduzione del prelievo complessivo nella flyway orientale di cui la regione Toscana fa parte. Le proposte dunque di una eventuale riduzione dei carnieri giornalieri e annuali, di consentire una sola giornata di pre-apertura per la specie in oggetto, di rendicontare il numero dei capi nell’arco della settimana successiva, si sarebbero rilevate scelte del tutto funzionali al rispetto del principio di salvaguardia della specie.

 

 


Di seguito il testo integrale della missiva inviata alle Associazioni dall’ Assessore Saccardi:


“Carissimi,
la Regione Toscana si è impegnata, ormai da diversi mesi, per permettere la preapertura alla tortora selvatica il 1° Settembre 2021. La preapertura rappresenta una consolidata tradizione per la Toscana ed un importante, quanto necessario, messaggio di ripresa dell’attività venatoria dopo le difficoltà dovute al Covid-19.
Durante tutti gli incontri Istituzionali con gli Assessori delle altre Regioni ed il Ministero, abbiamo dato la nostra disponibilità a ridurre il carniere giornaliero a massimo 5 capi per cacciatore, ad indicare una sola giornata di preapertura ed a ridurre del 50% il prelievo della specie durante la stagione venatoria del 2021/2022. Tutto ciò al fine di favorire l’approvazione di un Piano Nazionale di Gestione della Tortora Selvatica da parte del Ministero per la Transizione Ecologica (MITE), che però non è mai arrivato.
Così ho pensato di scrivervi, con chiarezza e trasparenza, poiché ritengo le Associazioni Venatorie della Toscana competenti e appassionati interlocutori per il mio Assessorato e reputo necessario spiegare una scelta, da me personalmente non condivisa, obbligata dall’inerzia del Governo, dalle pronunce giurisprudenziali, dalle circolari ministeriali. Mi sono confrontata a lungo e più volte con colleghi di altre Regioni del Centro Italia che stanno facendo la stessa difficile scelta obbligata.
Il MITE, in una nota, ha imposto a Piemonte, Liguria e Val d'Aosta, facenti parte della flyway occidentale, il divieto totale di caccia ed indicato, testualmente, per le altre Regioni, che il Piano Nazionale di Gestione della Tortora Selvatica: “Rappresenta lo strumento per dare attuazione ai principi generali del piano europeo”. Ed in un altro passaggio: “Alla luce di tali considerazioni si ribadisce che allo stato attuale il prelievo della Tortora selvatica non appare in linea con le previsioni dell’articolo 7 della Direttiva Uccelli”.
Inoltre, per la flyway orientale (di cui fa parte la Toscana) è indicata una particolare restrizione relativa all’obbligo di rendicontazione immediata dei capi abbattuti, per la verifica del rispetto del carniere massimo. Questo presuppone l’uso di una metodologia di rendicontazione certa che eviti ogni possibilità di andare oltre al carniere complessivo assegnato alla Toscana.
Ritengo che sarebbe davvero incomprensibile, per il mondo venatorio, dover bloccare la preapertura immediatamente dopo l'avvio, al raggiungimento del numero di 4.500 (quattromilacinquecento) tortore, concesse all'intera Regione Toscana dai criteri indicati dal MITE. Infatti, dai dati, emerge che negli anni passati sono stati abbattuti oltre 9.000 capi e si stima che quasi 1/3 (dai 15.000 ai 20.000) dei cacciatori toscani partecipano al prelievo della Tortora in preapertura. È evidente come il raggiungimento del carniere massimo possa esaurirsi in pochissimo tempo dopo l’avvio della preapertura con la conseguente immediata chiusura del prelievo per questa specie.
Inoltre, la Regione si vedrebbe costretta ad imporre l'uso della APP tesserino venatorio elettronico Toscaccia al fine di ottenere una rendicontazione immediata e una chiusura istantanea appena raggiunti i 4.500 capi abbattuti. Ritengo che l’uso del tesserino venatorio elettronico deve rappresentare una libera scelta dei cacciatori toscani e non una mera imposizione.
È essenziale tenere in considerazione che l'eventuale prosecuzione del prelievo oltre i 4.500 capi, farebbe scattare SANZIONI PENALI a carico dei cacciatori in quanto la tortora diverrebbe non cacciabile, al pari di una qualunque specie protetta.
Tutto questo deriva da una mancata scelta politica a livello del MITE e del MIPAAF, che avrebbero potuto benissimo attivare la moratoria sulla specie come già avvenne per la beccaccia nel mese di gennaio di qualche anno fa, oppure assumersi la responsabilità di approvare il Piano di Gestione Nazionale della Tortora Selvatica.
Corre pertanto l'obbligo da parte della Regione Toscana, impegnata da anni nella salvaguardia della Tortora, di tutelare anche gli appassionati di questo tipo di caccia da tutte le criticità e da possibili pesanti sanzioni.
Le considerazioni sopra espresse hanno portato alla decisione di non effettuare la preapertura sulla specie Tortora Selvatica per la stagione venatoria 2021/2022.
Le due giornate di apertura anticipata riguarderanno quindi solo la specie Storno, con le modalità previste dal prelievo "in deroga".
Lo comunico adesso per non mettere in difficoltà i cacciatori a ridosso della data prevista per la preapertura. So che questa decisione susciterà delusione e proteste, ma sapete anche che la Regione Toscana è stata, quando ha potuto, decisamente a favore della caccia, anche in periodo di lockdown, facendo scuola in tutta Italia. Oggi però non ci sono le condizioni per una scelta che sarebbe rischiosa dal punto di vista giuridico per i dirigenti, per l’Assessore, per la giunta, e soprattutto per i cacciatori stessi.
Confermo il mio concreto impegno a riprendere un confronto serrato con i Ministeri ed ISPRA per arrivare, a breve, all'approvazione di un Piano Nazionale di Gestione sostenibile per la specie Tortora Selvatica e soddisfacente per l'attività venatoria, con l'aiuto delle altre Regioni, che per la quasi totalità (ad oggi, in Italia centrale, tutte ad eccezione delle Marche) hanno effettuato la medesima scelta di non attivare la preapertura.


Un saluto.
Stefania Saccardi”

Ticino news: “Fallimentare la strategia lupo europea e svizzera”

lupo

“Fallimentare la strategia lupo europea e svizzera”

La Sezione ticinese dell’Associazione svizzera per la protezione del territorio dai grandi predatori preoccupata per le predazioni avvenute quest’estate, soprattutto perché su greggi custodite. “Se non si cambia, la fine della pastorizia sarà segnata”

Per leggere l'intero articolo clicca sul link: https://www.ticinonews.ch/ticino/fallimentare-la-strategia-lupo-europea-e-svizzera-CE4547026

 

Arci Caccia Lazio: sulla tortora occorre serietà e lavoro, non grida manzoniane

Il problema della tortora in preapertura è un problema serio e di dimensioni sopranazionali. Scrivere alla Regione semplicisticamente chiedendo la tortora in preapertura, senza i Piani Di Gestione approvati, ci condannerebbe a ricorsi al Tar con sospensive dell’atto amministrativo. Serve solo a far demagogia e propaganda. E espone a rischi la nostra attività. Noi, come Arci Caccia, abbiamo scritto al Presidente del Consiglio e chiediamo alla Regione Lazio non un atto semplicistico e demagogico ma quanto richiesto dalla Cabina di Regia del Mondo Venatorio (tutte le Associazioni Venatorie) a tutti gli Assessori Regionali d’Italia. Perché il problema si risolve per tutti o rischia di non risolversi. Soluzioni “laziali” diverse non esistono e le sentenze dei Tar di questi giorni lo stanno dimostrando. Ancor più grave chiedere in preapertura specie tipo il colombaccio sulle quali c’è una proroga sulle chiusura al 10 Febbraio. Anche qui le sentenze Tar di questi anni non hanno insegnato a nessuno il significato di “Arco temporale massimo”? Chiedere tanto per il gusto di chiedere in una gara a chi chiede di più, tanto “faranno sempre in tempo a dire di no” li rende interlocutori non credibili e noi vogliamo essere , per il bene della caccia, credibili e seri. Per questo la inutile e dannosa lettera inviata ieri all’Assessorato Regionale non costituisce nessun fatto a difesa della caccia ma un esempio di pressapochismo preoccupante!!!POI SI LAMENTANO SE SUI SOCIAL IMPAZZA IL TEMA DELL’INADEGUATEZZA DEI RAPPRESENTANTI DEL MONDO VENATORIO !!!!!!

Intanto Arci Caccia, senza chiedere l’impossibile, solo per far vedere che si fa qualcosa, si è mossa per tempo, sia di concerto con la tre associazioni e che in maniera autonoma, e in allegato ci sono le prove:

https://www.arcicaccianazionale.it/il-presidente-maffei-scrive-al-governo-sollecitando-soluzioni-per-il-prelievo-della-tortora/

https://www.arcicaccianazionale.it/la-cabina-di-regia-scrive-al-mite-sul-piano-di-gestione-della-tortora/

 

 

Fidc: non possono essere le aule dei tar i luoghi deputati a gestire l’ambiente

federcacciaCon la sospensione del Calendario Venatorio abruzzese torna ancora una volta alla ribalta l’inadeguatezza dell’attuale modello di gestione nel nostro Paese. A decidere cosa sia meglio per territorio, fauna e ambiente non sono tecnici e Istituti scientifici, ma giudici e avvocati

Roma, 18 agosto 2021 – Accogliendo il ricorso presentato nei giorni scorsi dalle Associazioni ambientaliste WWF, ENPA, LIPU, LAV, LNDC Animal Protection nei confronti della Regione Abruzzo, il Tar ha disposto la sospensione integrale del calendario venatorio regionale fino all’udienza fissata per il giorno 8 settembre.

“Ancora una volta dobbiamo assistere a discussioni e tecnicismi tecnico legali cui affidare il regolare svolgimento dell’attività venatoria. Ricorsi e atti giudiziari sembrano essere i mezzi attraverso i quali discutere di programmazione faunistica. Siamo arrivati al punto che nemmeno il parere positivo dell’Ispra è sufficiente a salvaguardare i calendari venatori dai ricorsi, come dimostra il caso dell’Abruzzo, sospeso anche in quelle parti che per l’Istituto ambientale non erano in discussione”. Così il Presidente nazionale di Federcaccia Massimo Buconi ha commentato la notizia della decisione del Tar Abruzzo.

“Naturalmente anche questa volta Federcaccia sarà al fianco della Regione con i suoi tecnici e i suoi legali a sostegno dei cacciatori e della certezza del diritto e farà tutto quanto in suo potere affinché l’udienza dell’8 settembre rigetti le pretestuose argomentazioni delle associazioni anticaccia – ha continuato il Presidente Buconi – Rimane il fatto che non è più tollerabile che qualsiasi decisione in campo gestionale faunistico e venatorio venga messa sotto scacco da ricorsi fatti ad arte e nella più totale impunità per impedire il regolare svolgimento della stagione di caccia o delle attività svolte in funzione del controllo della fauna selvatica, dal cinghiale alla nutria, spesso in aperto contrasto con gli interessi e la sicurezza dei cittadini. La politica non può continuare ad ammiccare a un mondo animal-ambientalista che ha più volte dimostrato di preoccuparsi non della reale tutela dell’ambiente e delle imprese agricole, ma solo di creare difficoltà a una attività legale e sostenibile per una mera ideologia. Credo siano maturi i tempi affinché tutti i soggetti attivi nella ruralità si uniscano per farsi ascoltare dalla politica e dal Governo” ha concluso Buconi.

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