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Il miglior amico del cacciatore: il coltello!

Se è vero che il cane è il miglior amico dell’uomo, un buon coltello è il miglior compagno del cacciatore, in particolare di quello che pratica la caccia alla grossa selvaggina, perché il binomio coltello – cacciatore è sempre stato inscindibile.
DSCN8175Fin dall’età della pietra l’uomo a riconosciuto alla lama un’importanza vitale, persino superiore a tutte le altre sue armi.
Poche sere fa ho  rivisto per l’ennesima volta “Rambo”. Bel film, non c’è che dire, soprattutto molto curato nei particolari, tanto che Ted Kotcheff, il regista, ha persino deciso di dare un ruolo importante al coltello che impugna il protagonista: il mitico pugnale da “Survival” Jimmy Lile.
Quando lo scorbutico sceriffo chiese a Stallone che cosa intendesse farne di un coltello così, lui gli rispose: “ci vado a caccia”.
A qualcuno sarà venuto da ridere a sentir pronunciare quella frase, ma a me no, perché se con un buon coltello puoi praticamente farci di tutto, non puoi certo dire lo stesso di un fucile o di un’altra arma.
Nelle armerie ho visto spesso dei neo-selecontrolori, magari accompagnati da colleghi esperti che, dopo aver acquistato una carabina con ottica, sono diventati automaticamente dei buoni cacciatori a “Palla”, tralasciando, nell’acquisto della dotazione, accessori di fondamentale utilità come: il binocolo, lo zaino, l’abbigliamento ed appunto il coltello.
Quest’ultimo è di una tale importanza che se ne siamo sprovvisti, oppure se ne abbiamo uno di scarsa qualità, potrebbe anche condizionare il buon esito della caccia.
Che senso ha abbattere un capriolo o un daino se non possiamo né eviscerarlo e né scuoiarlo perché sprovvisti di una lama robusta e affilata? Posso capire chi non se la sente di spellare un selvatico, magari col timore di rovinarlo, ma la pulizia interna deve essere fatta immediatamente dopo che il capo è stato abbattuto.
Non pretendo che facciate come me, che in condizioni normali porto sempre due coltelli, mentre, in casi eccezionali ne porto anche tre o quattro! Ho il coltello che uso esclusivamente per mangiare (per un fatto di igiene), quelli che uso per scuoiare (uno con la punta acuminata e l’altro con la punta smussata) e il classico “tutto fare” con il quale, all’occorrenza,  posso anche tagliare una grossa corda o il ramo di un albero.
Sono un “maniaco”, lo ammetto, ma soltanto perché in qualità di Selecontrollore – Accompagnatore con le lame ci lavoro, come i salumieri e i macellai.
Sarebbe bello che tutti avessero nello zaino o in una comoda tasca della giacca un validissimo compagno di caccia a lama fissa o pieghevole! Vediamo insieme quali caratteristiche dovrebbe avere, a mio avviso, un buon coltello da caccia.
La cosa più importante, almeno quanto la qualità della lama, sono le sue dimensioni.DSCN8179
Un coltello da caccia deve essere assolutamente di dimensioni contenute, con una lama non più lunga di 150 millimetri (5”- 6”) e non troppo larga. Di conseguenza anche il manico deve avere una forma ben disegnata e proporzionata.
Uno dei compiti principali del coltello è quello di aiutarci nell’eviscerazione del capo abbattuto e nel trattamento della spoglia, quindi deve essere estremamente maneggevole e pratico quando dovremo “lavorare” sulla carcassa del selvatico.
Il coltello da caccia differisce da tutti gli altri modelli in commercio per l’uso specifico  cui è destinato.
Non ci dobbiamo aprire le scatolette di latta, non ci dobbiamo tagliare le lamiere dei veicoli, né tanto meno ci serve come bussola o come Kit di pronto soccorso.
Una buona lama da caccia serve, come già accennato, a pulire il selvatico abbattuto, a scuoiarlo, a sezionarne le carni ed eccezionalmente per finire un animale ferito con un preciso affondo al cuore, appena dietro la spalla e non alla gola come fanno in molti.
Quindi il “miglior compagno” del cacciatore deve avere una lama in acciaio inox o legato al carbonio (440 C, ATS 34, AISI 420, ecc ) molto robusta, semplice nel disegno e perfettamente affilata.
L’affilatura di un coltello di gran marca nuovo è appena sufficiente per pulire consecutivamente due cinghiali di medie dimensioni, poi per poterlo usare di nuovo, al meglio delle sue capacità, è necessario ravvivare il filo con un utensile affilatore (cote, acciarino, mola, pietra “Arkansas”, ecc). Non c’è niente di peggio delle setole e del pelo animale per smussare il filo di una lama.
Permettetemi due parole sulla forma della punta; per aprire e pulire un selvatico tutte le fogge vanno più o meno bene, mentre per scuoiare è indispensabile usare uno “Skinner” che abbia la lama molto arrotondata, in genere corta e massiccia in modo da poter essere impugnata anche in un modo poco ortodosso.
DSCF6866La lama appuntita è di estrema utilità quando occorre “bucare” la pelle, per i primi tagli lungo gli arti, lungo il collo e intorno al trofeo se siamo intenzionati a prepararlo naturalizzato.
Sul nostro mercato esiste una tale scelta di coltelli che definirla impressionante mi sembra denigratorio.
Ce ne sono di tutte le dimensioni, dalle forme più stravaganti e dalla provenienza più disparata. Io in oltre venticinque anni di caccia alla selvaggina da pelo ho provato tantissimi modelli e non sempre ne sono rimasto soddisfatto, tanto che molti dei “ferri” che tuttora uso, ho dovuto costruirmeli da solo in base alle mie esigenze personali.
Tra gli originali mi sono trovato molto bene con: i Buck, i Linder, i Boker, i Gerber, i Puma, gli Helle, i Martiini, i Kershaw ed anche con qualche onesto modello proveniente da Maniago e da Scarperia.
Quasi tutte le Marche più famose producono degli ottimi coltelli, sia a lama fissa che pieghevole e come sempre per chi si appresta ad acquistarne uno la scelta è soggettiva.
Tra le due filosofie preferisco i lama fissa ai pieghevoli, per diversi motivi più pratici che estetici; sono indubbiamente più robusti e di facile manutenzione, mentre i pieghevoli sono delicati e scomodi da pulire, specialmente quando dobbiamo rimuovere all’interno della impugnatura sangue rappreso, grasso animale, inoltre non ci permettono di poter esercitare forti pressioni, perché, per quanto possano essere moderni e ben fatti, esiste sempre la remota possibilità che il sistema di blocco della lama ceda, a discapito dell’incolumità dell’utilizzatore.
Anche l’impugnatura ha un ruolo di fondamentale importanza, deve essere solida, anatomica, dotata di guardia, assente da fastidiose sporgenze, e deve garantire un’ottima presa anche in condizioni particolari, come quando le nostre mani sono bagnate dall’acqua, dal sangue o unte di grasso. Per la pulizia vale lo stesso discorso già fatto per la lama, più è semplice, minore è la manutenzione.
Sono da evitare i manici in legno di qualità scadente, quelli in materiali spugnosi e in cordura perché troppo delicati e inclini ad impegnarsi, mentre sono ottime le impugnature in corno, in gomma, in plastica o in micarta.
Come spesso accade per molti altri oggetti, anche quando acquistiamo un coltello dobbiamo affidarci alla buona sorte, perché so per esperienza personale che tra cinque modelli completamente identici, stesso modello, stesse dimensioni, stessa lama, ecc, ce ne sarà sempre uno migliore degli altri.
Chissà, forse dipende dal trattamento termico, dalla percentuale di carbonio presente nella lega, oppure dal tipo di affilatura finale.
Per ultimo è doveroso spendere due parole per il fodero.
E’ l’anello debole del sistema perché molto soggetto a tagli involontari e all’usura. Indipendentemente se è di cuoio ingrassato, di cordura o di plastica, durante le fasi di estrazione e di reinserimento della lama dobbiamo stare molto attenti che questa non tagli il bordo del fodero o peggio ancora la cinghietta di blocco dell’impugnatura.
Per questi motivi è meglio evitare di portare il pugnale alla cintura e riporlo in tasca o nello zaino.
Cos’altro dire, se mentre passate davanti ad una bancarella di venditori cinesi v’innamorerete di un coltello, compratelo pure, ma non credo che vi sarà di aiuto a maggio o in agosto quando aprirà la caccia di Selezione.
Se prevedete di doverlo utilizzare sulle Alpi, sull’Appennino o in Maremma, fate un piccolo sforzo e acquistatene uno di marca e di ottima fattura, non ve ne pentirete, e se lo tratterete con cura in futuro potrà servire anche ai vostri figli.
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