Maserin Bacchilega "Hunting Olivo"
- Scritto da Damiano Mastroiaco
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Quando la passione c’è, si vede
di Damiano Mastroiaco
Nell’immaginario del Cacciatore evoluto, il BUON coltello da caccia possiede virtù irrinunciabili.
Fra queste la possibilità di dirigere il filo della lama senza che questa, nelle fasi più critiche della scuoiatura, danneggi la pelle della preda.
Un obiettivo difficile, se il coltellinaio trascura un’insieme di dettagli solo in apparenza ovvi: la molatura, se piatta, va compensata con una fascia di molatura (la linea sul piatto di lama lungo quale si spengono gli effetti della mola) bassa rispetto al dorso; la punta, ammesso che non si tratti di un coltello skinner, specializzato nella scuoiatura, va pensata adeguandone la forma allo spessore del grezzo; e così via, fino alla progettazione di un’impugnatura versatile, per assecondare le diverse posizioni che la mano assume nelle molteplici eventualità d’uso.
Massimo Bacchilega
Coltellinaio di Imola (BO) e Cacciatore, fondatore della CER (Coltellinai Emiliano Romagnoli), e Maestro della CIC (Corporazione Italiana Coltellinai), Bacchilega ha iniziato a produrre lame artigianali fin dal 2002, subito confortato dal consenso di appassionati e Cacciatori.
Dalla collaborazione con MAX Blade è nata l’idea di porre a disposizione di un pubblico più vasto le idee del Bacchilega Cacciatore: il mod. "Hunting" rappresenta un insieme di concezioni modernissime nella forma ma tradizionali nella sostanza.
L’impugnatura.
Il codolo è di tipo full tang, ovvero "codolo pieno" lasciato allo stesso spessore della barra d’origine. Ciò significa che la silhouette dell’impugnatura copre fedelmente quella del codolo. Tale tipologia richiede l’applicazione di due guanciole ai lati perché il coltello sia dotato di un’impugnatura; da tutti, nessuno escluso, questa configurazione è ritenuta la più robusta e insieme la più "riparabile", visto che nella maggior parte dei casi le guanciole possono essere sostituite grazie a un minimo di manualità: fanno eccezione alla regola gli esemplari per i quali si sia scelto di applicare le guanciole con l’uso di rivetti o di ribattini. Non è il caso del nostro Bacchilega Hunting, al quale il coltellinaio imolese ha voluto applicare un sistema di vite-controvite in acciaio, dotato di testa agibile con una semplice monetina.
Rimosse le viti, le guanciole mostrano nella faccia interna, quella a contatto del metallo, una sorta di "nicchia": le due nicchie, insieme alla sezione del codolo svuotata, procurano un vano interno all’impugnatura di non irrilevante capienza, utilizzabile come contenitore per un paio di fiammiferi antivento, una piccola scorta di combustibile, ago e filo o pastiglie potabilizzanti; ma la dotazione è ad esclusiva discrezione dell’utente. Giusto rimarcare l’assenza di uno strato di materiale "spaziatore", fra le guanciole e il codolo pieno: farne a meno significa aver tirato i piani dei componenti con la massima esattezza, senza "riempitivi" che nascondano un’esecuzione men che perfetta.
Il materiale per le guanciole del nostro esemplare è il legno di olivo: uno di quei famosi legni "auto lucidanti" la cui lavorazione si traduce in un vero piacere per l’artigiano.
Balza all’occhio la presenza di un doppio incavo per il dito indice: nella presa convenzionale il dito si pone nel primo incavo, e ci garantisce la presa salda necessaria nelle fasi iniziali e in quelle di separazione delle carni; l’altro incavo entra in gioco nel lavoro all’interno della preda, nell’ eviscerazione e nello scuoio. In quel caso il pollice si va ad appoggiare sulla godronatura del dorso ed è il palmo della mano ad esercitare la maggiore pressione; la presa avanzata che ne deriva ci consente un controllo realmente efficace sulla porzione di lama impegnata nelle operazioni.
La lama
Scaturita da valutazioni di cui solo un Cacciatore appassionato è capace, la lama presenta un profilo "a goccia" (drop point) che ne denota una vocazione multiforme; il falso controfilo la alleggerisce e ne facilita i movimenti "in cavità" (toccare organi interni o ghiandole significa dover rinunciare alla carne).
La molatura è a "fascia alta", ma lievemente convessa, peculiarità costruttiva che garantisce l’esattezza del movimento in ogni condizione d’uso, oltre a una riaffilabilità eccellente anche in mani non esperte.
Dietro al falso contro-filo, verso la porzione del ricasso, troviamo la godronatura necessaria per la posizione stabile del pollice: la direzione della sezione godronata, "in salita" rispetto all’azione del pollice, fornisce un appoggio ulteriore in trazione.
La lama è rifinita per satinatura, ma solo ai fianchi: lucidate invece a specchio le parti a contatto delle dita; agli incavi, al pomo e al dorso.
Il fodero
Come nella migliore tradizione italiana, questo accessorio è eseguito magistralmente: basta osservare la cura delle cuciture (filo arancione su cuoio bruno non scurissimo) e la scrupolosità con cui sono stati eseguiti i bordi, ricavati da un unico pezzo di cuoio (più scuro, altra raffinatezza), in modo da non lasciare scoperto neanche un millimetro quadrato. Il passante per la cintura è situato in una posizione che facilita uno stile di porto piuttosto alto sul fianco, elemento importante se abbiamo previsto spostamenti in auto.
La fascetta in cuoio esercita il blocco dell’impugnatura subito dietro il primo incavo per l’indice, grazie a un bottone automatico agibile col pollice, con un movimento "all’indietro"; in pratica la fascetta si sovrappone in posizione inversa rispetto ai foderi convenzionali, azionabili nella grande maggioranza dei casi afferrando la linguetta fra pollice e indice con un movimento "in avanti".
Un dettaglio che testimonia l’accuratezza di esecuzione ci ha piacevolmente sorpresi: la base del "maschio" dell’automatico è inserita fra due strati di cuoio, in modo che il contatto col metallo non graffi il pregiato legno dell’impugnatura. Quando parliamo di passione...
Assente, in punta, il foro per il lacciolo destinato a legare il fodero alla coscia. Non se ne avverte la mancanza: per la posizione alta sul fianco e la rigidità della base l’estrazione non richiede altro fissaggio che non sia quello del passante, in grado di soddisfare qualsiasi cinturone che non superi i ben DIECI centimetri d’altezza.
Conclusioni
Tre volte italiano, questo magnifico coltello destinato alla grande Caccia e non solo: italiano il legno, il progettista e il cuoio.
Un degno acquisto per chiunque si dedichi a qualsiasi forma di Caccia, e un’idea regalo fra le più riuscite.
Per chi non gradisca il legno di olivo è disponibile una versione in legno di cocco (cocobolo), ma ne seguiranno certamente altre.
Ci siamo accorti di un’ulteriore opportunità offertaci dalle caratteristiche costruttive del Bacchilega Hunter: è teoricamente possibile aumentare la capienza del vano interno semplicemente aggiungendo un paio di spaziatori sintetici di un paio di millimetri di spessore fra le guanciole e il codolo pieno, naturalmente svuotandone le sezioni corrispondenti alle nicchie e riproducendo il perimetro del codolo; in quel caso la fascetta di blocco sarebbe ancora abbastanza versatile da accogliere comunque un’inspessita impugnatura. Ma sono solo minuzie dettate dalla malcelata invidia di chi scrive per il valore - come coltellinaio e come designer - di Massimo Bacchilega.
SCHEDA TECNICA
Produttore: Maserin di Maniago www.maserin.com
Modello: Bacchilega "Hunter"
Tipo: Coltello da caccia a lama fissa, con fodero
Materiali:Acciaio N690; legno di olivo, nazionale
Spessore Massimo:20mm (metà impugnatura)
Spessore Massimo Compreso Fodero:40mm (al bottone automatico)
Altezza Massima:34mm (al ramo inferiore di guardia, primo incavo per l’indice)
Spessore Lama:3,8mm
Lunghezza Lama:95mm
Lunghezza Totale:210mm
Peso:140 g
Prezzo: 89 euro