SOLENGO J45, il gilet protettivo per cani di Canicom
- Scritto da Luca Gironi
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SOLENGO J45, il gilet protettivo per cani di Canicom a cura di Marco Benecchi
Quanto possa essere pericoloso un cinghiale penso che ormai dovrebbero saperlo tutti. A dir la verità, non sono pericolosi soltanto i vecchi solenghi, ma anche le grosse scrofe (figliate e non) ed i giovani verri che non vedono l’ora di trovare per il bosco qualcuno contro cui sfogare la loro irruenza. Ma quanti di voi hanno realmente visto di persona cosa è in grado di fare un cinghiale ad un povero cane? Ogni tanto sulle riviste specializzate si vedono delle foto con dei cani pieni di punti di sutura, colorati con dello spray disinfettante od in braccio ai loro padroni avvolti nelle giacche di fustagno, ma, credetemi, è tutta un’altra cosa vivere queste tragedie di persona. Dopo una vita dedicata all’allevamento e all’addestramento dei setter inglesi, un bel giorno (o brutto secondo il parere di mia moglie!!), ho deciso di prendere anche uno Jagd Terrier. Dopo averci meditato parecchio sopra ero arrivato alla conclusione che quella bellissima razza di cani era proprio quella che faceva al caso mio, quella che maggiormente rispondeva appieno alle mie esigenze. Come selecotrollore, accompagnatore ed appassionato di caccia al cinghiale, desideravo avere un ausiliare di piccola taglia che fosse tenace e coraggioso, che avesse quel pizzico di ferocia necessaria per attaccare e finire alla svelta un ungulato ferito e se ben addestrato, che potesse diventare anche un buon cane limiere con cui dar la caccia al Re della macchia in solitario. Tutti i Terrier sono nati come cani da tana, ma qualche bravo, appassionato e paziente allevatore è riuscito a selezionare alcune correnti di sangue specializzandole per la caccia alla grossa selvaggina ed anche al recupero degli animali feriti. Dopo essermi messo in lista di attesa, riuscii finalmente ad acquistare un maschio di Jagd Terrier che soltanto per il suo albero genealogico e per il suo aspetto era una garanzia. Conscio della mia scarsa esperienza in fatto di Terrier, pensai che se al piccolo Jack avessi dedicato le stesse attenzioni che per tanti anni ho dedicato ai miei setter e se l’avessi addestrato a dovere, i risultati si sarebbero visti già a sette otto mesi di età. Durante una delle prime uscite Jack (che allora aveva appena tre mesi), incontrò un cavallo allo stato brado. Dopo un attimo d’esitazione il cane partì deciso all’attacco con il manifestato intento di mordergli le zampe o i garretti. Non fu facile riprenderlo e, peggio ancora, fargli capire che quell’animale non era un selvatico incluso nel calendario venatorio! Me l’avevano detto che gli Jagd sono un po’ matti, ma sinceramente non credevo così tanto. Comunque, inutile negarlo, era proprio il tipo di temperamento che cercavo in un cane. Il mio Jack è stato un cucciolo prodigio, ma devo anche confessare che di selvatici, sia vivi sia morti, ne ha visti veramente un gran tanti. Indubbiamente, anche le caratteristiche della razza ed il suo sangue blu sono fondamentali. Ma un brutto giorno Jack incontrò qualcuno cattivo come lui, ma parecchio più grande e scorbutico, ed io mi maledissi che non riuscii neanche a vederlo. Il cinghiale resse poco all’attacco dello Jagd, partì quasi subito. Non prima però di avermi lasciato il suo biglietto da visita. Ero orgoglioso di quel piccolo guerriero, ma passò una buona mezzora prima che lo vidi rientrare. Jack era sfinito, malfermo sulle gambe ed aveva uno squarcio sul fianco destro lungo una trentina di centimetri. Ricordo ancora la corsa verso la macchina con il cane in braccio e quella alla clinica veterinaria e l’attesa del responso del medico.
Si sarebbe salvato? Aveva subìto danni permanenti? I veterinari furono bravissimi. Lo recuperarono in extremis, grazie anche alla fantastica costituzione fisica di quel piccolo diavolo. Poi seguì una lunga cura e un’altrettanto fastidiosa convalescenza, ma fortunatamente Jack si riprese bene e ritornò lo stesso di prima, anzi diventò forse ancora più mordace e audace. Non mi feci illusioni che quella non sarebbe stata né la prima né l’ultima volta che avrei dovuto subire uno strazio simile. Allora mi venne da pensare: cosa avrei potuto o dovuto fare per far sì che quel fattaccio non si ripetesse? L’istinto aggressivo caratteristico della razza non si può contenere. L’unica cosa da fare sarebbe stata quella di tentare di proteggere il cane. Come? mettendogli un corpetto che fosse in grado di resistere ai morsi e ai colpi di zanne. Già diversi anni addietro avevo sentito dire che qualcuno aveva progettato qualcosa del genere. Mi sembra che fosse di origine francese, non ricordo bene, ma rammento che un mio amico ne comprò uno e poi dovette gettarlo via perché tutte le volte che il suo bel segugio maremmano urinava, la pipì gli usciva dal collo! Purtroppo noi siamo abituati ad interessarci delle cose soltanto nel momento del bisogno, così anch’io mi diedi da fare per cercare un prodotto valido per il mio amatissimo cane. Tra i pochi modelli di corpetti protettivi che ho visto, la mia scelta è caduta sul CANICOM SOLENGO J45, interamente progettato e realizzato in Italia da Canicom, che per l’esperienza e le competenze nel settore, ben sa come devono essere protetti i segugi, e lo fa costruendo costruiti i gilet protettivi per cani di tutte le taglie, tassativamente su misura e con materiali ultramoderni, sceltissimi scelti scrupolosamente e sapientemente testati. I tessuti e le grammature e le stratificazioni variano in funzione della taglia del cane, per avere sempre il miglior rapporto tra peso, morbidezza e resistenza. I materiali maggiormente utilizzati per la fabbricazione del SOLENGO J45 sono: 61% Poliestere + 35% Cotone + 4% Kevlar EX-EN471/2004, il Pentex, il Kevlar Patch Alcobe Soft 400 per uso balistico e il Kevlar Spectra (tutti marchi registrati). Ovviamente tutti i materiali sono Impermeabili, Traspiranti e in grado di offrire una protezione ottimale agli organi vitali come cuore, gola, polmoni pari al 99%. Alla Canicom, prima d’intraprendere la produzione vera e propria del corpetto di questo gilet protettivo, lo hanno sperimentato e testato per oltre un anno per poterne certificare la destinazione d’uso. con coltelli, forbici ed armi da fuoco caricate a pallini e con pallottole calibro 22, la trama dei tessuti e delle fibre, in ogni direzione e da diverse angolazioni. Inutile sottolineare che le finiture e le cuciture sono all’altezza del prodotto e che le chiusure a strappo non sono meno robuste del materiale utilizzato. Ma quello che ci è piaciuto di più del gilet SOLENGO J45 è che più il cane lo indossa maggiore diventa la sua portabilità. Proprio per questo motivo è bene “invecchiare” un po’ il corpetto protettivo antizanna prodotto rigirandolo, piegandolo e manipolandolo diverse volte prima di farlo indossare al cane. Il SOLENGO J45 è costruito sugli standard delle razze più comuni utilizzati per la caccia al cinghiale, ma può anche essere cucito viene fabbricato esclusivamente su misura per avere il migliore compromesso tra protezione e libertà di movimento. E’ proposto in un solo modello, ma le taglie disponibili sono ben sette otto: XXS, XS, S, M, L, XL, XXL, XXXL e quindi in grado di soddisfare davvero ogni esigenza per proteggere gli ausiliari che amiamo, che siano piccoli Terrier o grandi “Giura Sant Huberto!” Il prezzo è decisamente competitivo, specialmente se rapportato alla qualità e alle caratteristiche del prodotto, perché è al disotto delle duecento euro. Mi sembra inutile ricordare che l’incolumità dei nostri preziosi ausiliari davvero non ha prezzo.
CANICOM srl
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55060 Guamo (Lucca)
Tel +39 0583462363 – fax +39 0583462411
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