La cura dell'arma
- Scritto da Sergio Facchini
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Ogni arma necessita di una costante ed accurata manutenzione affinché conservi nel tempo la sua efficienza meccanica ed il suo originario aspetto esteriore.
Al termine di ogni giornata di caccia l'arma utilizzata deve essere sempre pulita sia esternamente (canne, bascula e calcio) che internamente (ramponi, piano di bascula, piano delle canne ed asta). L'interno delle canne, ovviamente, va esaminato con particolare attenzione anche se non abbiamo esploso alcun colpo. Dato che l'umidità e la ruggine sono i peggiori nemici delle armi, evitiamo assolutamente di riporre i nostri fucili o carabine in locali dove il tasso di umidità risulta elevato (cucine, ripostigli, locali non riscaldati esposti a nord) e l'aerazione è scarsa o laddove sono presenti camini, canne fumarie e caloriferi utilizzati saltuariamente. Per evitare i danni causati dalla condensa dell'aria umida, utilizziamo quindi le lunghe calze in panno ad azione chimica protettiva poste in commercio recentemente. Così facendo ruggine, ossidazioni od altre piccole alterazioni delle superfici metalliche diventeranno un lontano ricordo. Se la pioggia bagna le nostre armi, a casa separeremo le canne dall'asta e dalla bascula, asciugandone a fondo ogni parte; asta e calcio andranno poste in luogo asciutto, ventilato e all'ombra, affinché cedano ogni traccia di umidità.
La carabina invece deve essere assolutamente smontata se viene usata in giornate piovose. Priveremo l'arma dell'otturatore e separeremo il calcio dal sistema canna - culatta svitando le viti di fissaggio; l'area sottostante la sezione maggiore della canna, in prossimità della camera di scoppio, che consente l'unione solidale canna-culatta, è il ricettacolo dove più frequentemente l'acqua o la miscela olio-acqua ristagnano, provocando talvolta erosioni sensibili del metallo. Come per le armi basculanti (doppiette, sovrapposti, combinati e drilling) il calcio delle carabine sarà unito alla canna solamente quando le macchie di umidità spariranno del tutto.
Pulizia delle canne lisce:
usare un'asta porta scovoli di legno o di metallo rivestito in plastica, scovoli di teflon di calibro idonee, pezzuole di tela, solvente specifico per canne lisce, olio protettivo, stoppa o carta di giornale. Effettuare ogni operazione dalla camera di scoppio alla bocca delle canne. Asportare le fecce con tamponi di carta o stoppa. Bagnare le pezzuole con solvente collocandole saldamente sullo scovolo in teflon. Azionare energicamente l'asta, sostituendo le pezzuole finché non appariranno perfettamente pulite. Lubrificare con olio protettivo l'interno delle canne ed ogni parte metallica senza eccedere quantitativamente. Ispezionare l'arma ogni 3 o 4 mesi.
Pulizia delle canne rigate:
usare l'asta porta scovoli rivestita in plastica, scovoli in bronzo, supporto porta cilindretti in feltro di calibro corrispondente (5,6-6-6,5-7-7,5-8 mm); solvente specifico per canne rigate (per piombo e/o rame), olio protettivo (quando l'arma si deve riporre per un medio lungo periodo). Con il sistema tedesco dei feltrini VFG se ne applicano due sul supporto apicale dell'asta apposita: il posteriore si avvita completamente alla filettatura, mentre l'anteriore risulta innestato ma libero di sganciarsi. Stante il principio sperimentato che, agendo con criterio, la completa fuoriuscita di qualsiasi scovolo dalla bocca di una canna rigata non le arreca alcun danno, il sistema VFG consente una buona pulizia finale, in quanto, arretrando l'asta snodata, il feltrino di testa si libererà dal vincolo assiale e dilatandosi minimamente cadrà all'imbocco dalla canna, dopo aver ripreso quasi il diametro originario e rimosso parte dello sporco. Ciò facendo, usando lo scovolo ripetutamente dopo l'azione del solvente, la canna diventerà via via più pulita e brillante. Le nervature della rigatura appariranno sempre più evidenti ed ogni traccia metallica di rame e tombacco, depositatasi tra i vuoti della rigatura, sarà asportata colorando intensamente i cilindretti di feltro con sfumature verdastre e blu. E' un sistema di pulizia abbastanza efficace ma costoso, adatto a chi non pretende il massimo ed ha poco tempo da investire in questa operazione fondamentale di manutenzione dell'arma. Il sistema migliore, comunque, rimane tuttora quello dello scovolo di bronzo che consente una pulizia profonda dei solchi tra i pieni ed i vuoti della canna. Dapprima si tolgono le fecce più grossolane agendo con delicatezza con feltrini inumiditi con olio solvente ad azione leggera, non a base ammoniacale per intenderci. Il principio generale è quello di effettuare tutte le fasi di pulizia a canna umida. Subito dopo si usano quadratini di cotone imbevuti di solvente per piombo-rame-tombacco, di misura idonea al calibro, con l'apposito porta-pezzuole. Si passa nella canna delicatamente più volte affinché i metalli depositatisi assorbano bene il solvente, attendendo 10-15 minuti perché l'olio solvente agisca in profondità. Poi si passa allo scovolo in bronzo, intriso sempre di solvente pulito, agendo dalla culatta alla bocca della canna e viceversa con una dozzina di passate. Mi sia concessa ora una precisazione per fugare un dubbio radicato in molti cacciatori e tiratori. Differentemente da quanto si riteneva in passato, grazie a lunghe prove condotte dalla NORMA e dalla nazionale svedese di tiro, con centinaia di migliaia di colpi, durante le regolari operazioni di pulizia delle canne si è sempre optato per il sistema più semplice e logico ossia lo scorrimento dello scovolo fino alla sua completa fuoriuscita dalla bocca dell'arma e successiva azione inversa fino alla culatta. I risultati sono stati eloquenti: agendo così nessuna delle armi utilizzate in gara per anni ha mostrato il minimo segno di svasamento imbutiforme alla bocca della canna, fenomeno temutissimo da molti, e la loro precisione è rimasta pressoché inalterata. Questi sono fatti inoppugnabili firmati NORMA e non ciance. Tornando al metodo di pulizia, lo scovolo che dovrebbe scorrere linearmente e senza eccessivo attrito sulle pareti interne della canna, aiutato anche dalla guida applicata all'inizio della camera di scoppio, va passato per una decina di volte, ripetendo l'operazione per 3-4 volte, detergendolo dopo ogni serie di passate con bagni ripetuti di solvente non ancora utilizzato. Ovviamente va sottolineato che è meglio servirsi di due piccoli contenitori tipo provetta: il primo perla pulizia dello scovolo ed il secondo per usare solvente pulito. Alla fine di questa lunga ma indispensabile operazione si provvederà ad asciugare la canna e solamente allora potremo ritenerla pulita. Con canne particolarmente sporche e senza regolare pulizia da anni si possono usare solventi a base ammoniacale, lasciando agire il prodotto all'interno della canna solamente per pochi minuti e usando lo scovolo subito dopo con un'azione veloce ma accurata. Queste operazioni di pulizia devono essere effettuate al massimo nelle 24 ore successive al rientro da caccia, ma se è piovuto bisogna agire quanto prima. Una canna ben pulita e protetta da un olio di qualità conserverà a lungo la sua precisione e ripagherà le nostre cure con la fiducia assoluta che potremo riporre in essa. E' doveroso ricordare che l'olio specifico di prima qualità, eventualmente presente nella canna per una corretta conservazione, deve essere totalmente asportato, al pari di quello nella camera di scoppio, prima di sparare il primo colpo.
Il pericolo gravissimo che si può correre, quando la canna è grondante d'olio è quello di subire le conseguenze di un elevatissimo aumento di pressione nelle camera di scoppio causato dal lubrificante che fa tappo nella canna. Risultato: il rigonfiamento della canna stessa in alcuni casi o addirittura la sua esplosione!
Per togliere olio e grasso dalle canne rigate l'uso del normale solvente non è sufficiente, ma è necessario ricorrere a prodotti specifici reperibili nelle migliori armerie. Un'ultima raccomandazione riguarda in genere tutti gli oli o altri prodotti usati per la manutenzione globale dell'arma e della canna in particolare: i solventi non devono assolutamente entrare in contatto con il calcio, di qualsiasi materiale esso sia, pena scolorimenti e corrosioni di varia natura. Anche gli altri oli lubrificanti, protettivi e sgrassanti non devono miscelarsi tra di loro. Lo stesso vale per gli oli restauratori del calcio in legno che devono essere usati esclusivamente sulle parti lignee e non su quelle metalliche, come alcuni sbadati fanno.
Manutenzione del calcio e dell'asta:
grafite, kevlar, cyolack ed altre fibre artificiali al carbonio, utilizzate per i calci delle carabine di recente produzione, non necessitano di alcuna manutenzione: sono praticamente indistruttibili in quanto insensibili alle variazioni atmosferiche e soprattutto agli effetti deleteri della pioggia, del gelo, dell'umidità e della salinità; basta pulirli come prescrive la Casa produttrice. I calci e le aste in noce hanno invece bisogno di cure costanti, anche se poco impegnative. I graffi poco profondi, le screpolature lievi o le limitate decolorazioni si curano con oli restauratori, che usati regolarmente fanno miracoli. Per danni poco evidenti e per conservare luminosità ed impermeabilità sono sufficienti oli e creme a base cerosa, da impiegarsi ogniqualvolta lo stato dei legni lo richieda. Per lavori più impegnativi rivolgetevi a chi conosce bene il mestiere: risparmierete arrabbiature, tempo e denaro! Ricordiamoci sempre che il legno è un materiale vivo che subisce l'influenza del tempo e soprattutto dell'umidità. Quindi, all'inizio di ogni stagione di caccia una sessione di tiro al poligono è indispensabile per non avere spiacevoli sorprese.