PARLIAMO DI AVANCARICA
- Scritto da Cesare Ricciarelli
- Dimensione font Riduci dimensione font Aumenta dimensione font
Riprendiamo volentieri le nostre chiacchierate sull’Avancarica. Ci sembra logico, considerando che il successo ottenuto a livello mondiale e particolarmente negli USA con circa 5 milioni (!) di cacciatori appassionati è incredibile.
Anche da noi il gruppo è sostanzioso ed è in crescita sul passato. C’è forse una logica in questo: da una parte gli amanti delle armi antiche e delle repliche. Dall’altra la passione per la caccia che, avancarica o no, rimane sempre inalterata e con gli stessi ingredienti : passione, un cane, la natura, un fagiano che vola….
Credete che ci sia una differenza abissale tra i fucili d’oggi e un’arma ad avancarica? Vi sbagliate. Prima di tutto le cosiddette “repliche d’oggi” non sono affatto “antiche”. I fucili, mono o bicanna , a canna liscia o rigata, costruiti ai nostri giorni, presentano caratteristiche di materiali e costruzione molto vicine alle armi che usiamo a caccia o al tiro. L’estetica sarà uguale alle armi del passato, ma i moderni criteri di fabbricazione consentono una robustezza, sicurezza e una precisione tali da garantire totale affidabilità e durata.
La differenza sostanziale è che queste armi “ ad avancarica” vengono caricate anteriormente. La polvere usata, è una polvere nera appositamente prodotta per il tiro o per la caccia sia pure con brand differenti.
Non cito ovviamente le cariche da utilizzare perché queste possono dipendere dal diametro della canna, dal fatto che si ricerchi un tiro di precisione o meno, o che si debba impiegare una palla piuttosto che una carica a pallini.
In genere, il cacciatore o il tiratore che utilizzano un’arma ad avancarica, preparano queste dosi di polvere per un’attività specifica e le mettono su appositi contenitori apribili, che si conservano in un apposita cassetta o nella cartucciera che, con lo stesso criterio, alloggerà anche la carica di pallini o le palle da utilizzare. Questo sistema, per chi va a caccia, faciliterà al massimo la rapidità del caricamento.
Per la palla, il cui utilizzo è fatto solo in una canna rigata, ne esistono di già preparate, ma i veri puristi preferiscono fonderle preparandosele con le proprie mani.
Una volta immessa la dose di polvere, come avviene per le tradizionali cartucce che usiamo normalmente, tra la borra e la palla viene inserito un dischetto (in genere di feltro), ed è ovvio che caricando a pallini, questa borra ( piuttosto ricca di cera )sia indispensabile per ovvie motivazioni di pressione e di balistica.
Per facilitare il caricamento e mantenere un identica pressione, specie se si utilizzano dosaggi uguali, sulla bacchetta con la quale la borra viene spinta in giù, viene fatto un segnale di riconoscimento che garantirà con buona approssimazione ad ogni carica, il raggiungimento dell’altezza desiderata. Basterà poi chiudere il tutto con un altro dischetto… e il gioco è fatto.
Ovviamente serviranno anche gli inneschi che saranno posti al termine dell’operazione sull’ apposito sostegno chiamato “luminello”, con la dovuta attenzione.
Non sarò certo io nella mia ignoranza in materia, a dover spiegare i segreti del caricamento….e non lo saprei proprio raccontare. Resta il fatto, che alla fine della fiera, non esistono profonde differenze con il rendimento delle nostre abituali cartucce.
Ma allora la differenza è nella caccia? Per quel poco che ho visto: assolutamente no! Il cacciatore con un’arma ad avancarica in mano, porta con sé le stesse abitudini e l’ impulso di chi ci va con una doppietta o un semiautomatico.
Identica passione, identico abbigliamento. Nella sua cartucciera ci sono le cariche di polvere e di pallini. Gli inneschi in una tasca. La bacchetta è all’interno del fucile e basta estrarla per poterla utilizzare. Anche lui ha il suo cane che fa lo stesso mestiere di sempre.
Se vogliamo spiluzzicare un po’, credo che nel cacciatore ad avancarica ci sia forse un pizzico di sportività in più rispetto alla super tecnica che ormai gravita nella normale disciplina. La voglia di rendere un po’ più difficile la caccia, un po’ come chi spara alla selvaggina pregiata con un piccolo calibro….
Sulle armi, c’è solo tanta curiosità in più…ed è logico se solo si pensa che una replica ben fatta ti porta indietro di anni …e tanti, ma la loro funzionalità, il loro equilibrio e la loro robustezza hanno in mano tutte le potenzialità che a un tempo, difficilmente si potevano trovare!
Credetemi, per chi non le conoscesse, il primo impatto, anche per un amante delle armi tradizionali da caccia e da tiro, è di ammirazione e di sorpresa. Per aumentare queste sensazioni , basta guardare da vicino il catalogo di Pedersoli ( il più grosso costruttore italiano) dove sono descritte una quantità incredibile di armi, tutte con una storia, con una personalità ed un estetica a volte raffinata, a volte spartana, che finisce in ogni caso col farti stupire.
Ho volutamente citato Pedersoli, ed è logico, considerato che è il più forte costruttore Italiano di repliche ed armi ad avancarica. Le armi prodotte, usufruendo di una tecnica raffinata, di macchinari e di un esperienza di altissimo livello, ricevono l’apprezzamento degli appassionati di mezzo mondo. Alla presentazione in Fiera allo Stand di Pedersoli c’erano decine di persone che commentavano ed ammiravano la nuova produzione con la competenza degli intenditori, e che hanno finito col coinvolgere anche me che amo le armi ma non sono certo un raffinato cultore del settore.
Vi presentiamo l’ ultima New di Pedersoli che fu presentata all’Hunting Show di Vicenza.
E’ il Coach Gun modello del 1850 c. ( Mod. S.651)
Si tratta di una doppietta tutta particolare e molto raffinata, con alcune caratteristiche interessanti e piuttosto rare, che richiamano al passato Americano.
Durante la guerra fra gli Stati americani infatti, i vari reparti della Confederazione, oltre che i modelli di ordinanza, utilizzavano le armi più disparate, comprese quelle provenienti da alcuni Stati europei. Fra le armi destinate alla cavalleria vi erano anche le tradizionali doppiette da caccia con canne accorciate che offrivano una maggiore facilità di impiego stando in sella. Di queste armi a canna corta, si conoscono esemplari sia con acciarino a molla avanti, sia con acciarino a molla indietro. Non sempre, però, si tendeva ad accorciare le doppiette. La loro popolarità, infatti, indusse molti armaioli a fabbricarle direttamente con le canne corte e con il meccanismo di scatto servito da grilletto singolo. L'arma presenta una piacevole brunitura colore marrone sulle canne mentre la finitura degli acciarini è color tartaruga.
Si tratta ovviamente di un Calibro 12. La lunghezza delle canne arriva a mm 510, mentre la lunghezza totale è di mm 925. Il Peso: 3,000 ca. caratterizza una notevole maneggevolezza sia nel trasporto che all’imbracciatura.
Questo è solo un esempio di una produzione importante e molto sofisticata. Ve ne potrete rendere conto sfogliando il catalogo della Pedersoli dove ce n’è per tutti i gusti per chi ama il mondo dell’Avancarica. Un mondo questo, facile e al tempo stesso complesso. Aperto a tutti, ma che richiede un interesse ed un carattere un po’al di fuori della norma. Il cacciatore di questo mondo non è un esibizionista e neppure un fanatico. Vive però della sua passione con un entusiasmo da invidiare. E’ certamente un’esperienza da vivere per essere capita fino in fondo… Per quello che io ho potuto vivere però, una cosa si può affermare senza paura di far errori : la caccia è caccia. Non cambia proprio nulla di tutti i suoi ingredienti….
C’è un fucile diverso, questo sì. Diverso nella forma, ma non nella sostanza.
Non è facile da spiegare, vi assicuro, ma provate a prenderne in mano uno e a spararci due colpi… E’ tutto più chiaro.
La prossima volta parleremo della legislazione che regolamenta il mercato delle armi antiche ad avancarica. E’ tutta da scoprire.
Articolo fornito da DIANA