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Luca Gironi

Luca Gironi

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La Regione Toscana delibera le giornate di preapertura

FIRENZE - La Giunta regionale ha deliberato la apertura anticipata della caccia per giovedì 1 settembre dalle ore 6 alle ore 19. Sarà possibile cacciare lo storno, la tortora (Streptopelia turtur), il colombaccio, il merlo, la gazza, la ghiandaia e la cornacchia grigia su tutto il territorio a caccia programmata e nelle Aziende Faunistico Venatorie della Regione Toscana, ad esclusione delle aree boscate. In queste ultime aree l'attività venatoria potrà essere effettuata solo da appostamento fisso.

Sempre il 1 settembre e con lo stesso orario si potrà cacciare l'alzavola, il germano reale e la marzaiola da appostamento fisso solo nei laghi artificiali e nelle superfici allagate artificialmente presenti sul territorio a caccia programmata della Regione Toscana e nelle Aziende Faunistico Venatorie.

La preapertura della caccia, con le stesse modalità, luoghi e tempi previsti per il 1° settembre, sarà consentita anche domenica 4 settembre alle sole specie: gazza, ghiandaia, cornacchia grigia e storno.

Relativamente al territorio a caccia programmata, la Giunta ha deliberato che la caccia sia comunque consentita nel solo sottoambito di residenza venatoria.

Relativamente allo storno, la caccia è limitata ad una distanza non superiore a 100 metri da vigneti o oliveti aventi frutto pendente. Per tale specie è fatto divieto di vendita degli uccelli cacciati e sussiste il divieto di utilizzo dei richiami appartenenti alla specie storno.

Ai sensi della recente modifica dell'art. 12 della L. 157/92, tutti i capi debbono essere annotati nelle apposite sezioni del tesserino venatorio subito dopo l'abbattimento.

Le giornate di apertura anticipata della caccia non sono consentite all'interno delle Zone di protezione speciale (ZPS).

www.toscananotizie.it

DA FENAVERI E CNCN UN “IN BOCCA AL LUPO!” PER LA PREAPERTURA

La gestione della fauna selvatica trova nei calendari venatori uno strumento emblematico per l’indirizzo scientifico della caccia. Basandosi su questo principio fra poco, nelle regioni ove sono previste, si riproporrà il rito della cosiddetta preapertura.
Sarà un assaggio in attesa della terza domenica di settembre e della apertura generale della stagione, che comunque per moltissimi cacciatori è quella “vera”, quella attesa per tutto l’anno.
Nel frattempo si torna in campagna, per scegliere il luogo migliore dove preparare l’appostamento o per allenare i nostri fedeli compagni di caccia a quattro zampe; si controlla l’attrezzatura; si passano ore in armeria e nelle sezioni, nei circoli, nei bar a discutere con gli amici e il calore di sempre delle speranze, delle emozioni, della cultura e delle tradizioni venatorie, e perché no delle “padelle”, per i mesi che verranno.
Nostalgia del passato, consapevolezza del presente e voglia di futuro per la caccia. Nostra e delle nuove generazioni.
Lo schema organizzativo e i tempi non sono più quelli di una volta: non c’è solo l’amore per la caccia. Oggi siamo utili, necessari nel controllo della fauna selvatica al servizio degli agricoltori e della collettività tutta. Per la tutela delle colture agricole serve l’uomo-cacciatore, il cinghialaio e il controllore, i loro fucili, i recinti di protezione del lavoro agricolo che lui sa come e quando mettere; i cani preparati e indispensabili e gli interventi con la vigilanza venatoria... Sono politiche di controllo e contenimento che il cacciatore fa tutto l’anno quando richiesto e a tutte le ore. Un cacciatore full time.
Sì, parliamo di quei volontari dell’ambiente, quelli del fare.
La consapevolezza di questo ruolo ci consente la serenità di dire alla società che siamo depositari di tradizioni e valori millenari, antichi, ma sempre attuali e presenti ovunque. Perché con la passione e la ragione abbiamo saputo farli maturare e rimanere in sintonia con un mondo che cambia per mantenere la caccia una attività non solo sostenibile, ma in grado di fare molto per ambiente, territorio, fauna.
E per la società tutta. Quella rurale in particolare, con i cui altrettanto forti valori i nostri sono strettamente intrecciati, e dovranno esserlo sempre di più; ma anche per quella metropolitana e urbana, che se ne è allontanata ignorando, in modo purtroppo crescente, i meccanismi che regolano la natura e i rapporti tra i suoi “abitanti”. Uomini compresi.
Sta a noi mostrare alla società il vero volto della caccia, fatto di rispetto per il territorio che ci ospita e per i selvatici con i quali ci confrontiamo. Un rispetto fatto di conoscenza, che cerchiamo di approfondire sempre più; di correttezza nell’applicare le regole e nel fare in modo che tutti facciano altrettanto; di senso della misura a guidare il nostro equilibrato prelievo; di impegno e di lavoro volontario posto al servizio della difesa e della gestione dell’ambiente a favore di tutte le specie, cacciabili e no, al fianco degli agricoltori, grande e talvolta trascurata risorsa del Paese anche per le migliori e qualificate tradizioni alimentari.
È forti di questi valori e di questa etica che, prima ancora delle leggi, guidano le azioni di ogni cacciatore, che ci prepariamo a iniziare una nuova stagione, pronti come sempre a fare ancora di più e più motivati che mai a trasmettere alle nuove generazioni che amare la caccia e la natura è un binomio inscindibile.
Da quest’anno Federcaccia, Enalcaccia, Arci Caccia e ANUUMigratoristi hanno riunito le loro forze sotto la bandiera comune della Fenaveri - la Federazione Nazionale delle Associazioni Venatorie Riconosciute - per poter trasmettere alla società, anche insieme al Comitato Nazionale Caccia e Natura, un unico, importante messaggio: amare e gestire la caccia per contribuire a un Paese che offra un ambiente migliore per tutti gli italiani.
A tutti quelli che condividono questa grande passione, un forte, sincero “In bocca in lupo!”.

Roma, 30 agosto 2016
Fenaveri (Federcaccia - Enalcaccia - Arci caccia - ANUUMigratoristi) e CNCN - Comitato Nazionale Caccia e Natura

Massa Carrara: il controllo estivo dei cinghiali si rivela un flop

Nonostante l'Atc di Massa Carrara sia stato tra i primi ad applicare la legge obbiettivo e attivare il controllo nelle aree non vocate, i risultati stentano ad arrivare. A fronte di 280 uscite sono stati abbattuti solo 23 capi. Per questo, afferma Carlo Romanelli della CCT, guardiamo con timore all'arretramento, previsto per il prossimo anno, delle squadre all'interno della sola area vocata. La situazione potrebbe diventare ingestibile. Nel governo del territorio bisognerebbe sempre ascoltare chi da anni ha accumulato esperienza sul campo e facilitare la vita delle squadre con facili semplificazioni burocratiche, riducendo ad il numero minimo degli iscritti da 50 a 40. 

 

Arcicaccia risponde al grillino Fabiano de Angelis

Comunicato Stampa del 25 agosto 2016

In merito ad un articolo sui cinghiali scritto da Fabiano De Angelis (M5S), il Presidente Nazionale dell’ARCI Caccia, Osvaldo Veneziano, ha dichiarato:
“C’è molto di un metodo antico, in odore di muffa nelle cose scritte dal sig. De Angelis sulla caccia, i cinghiali, i cinghialai.
Manipolando e strumentalizzando i “cinghiali”, l’autore si prefiggeva un obiettivo di demagogica ricerca del consenso che non andrà a buon fine. Nel suo articolo fa un “fritto misto” di partiti, cinghiali, istituzioni con metodi cari a politici di un tempo che fu! Per De Angelis vale il detto: “Piove? Colpa del governo ladro!” Nel fritto, oltretutto, si citano uomini e rappresentanti istituzionali tutti abilitati dalla legge ad occuparsi della materia. Santa ignoranza!
Solo chi non vuole ascoltare gli agricoltori, i cacciatori, i cittadini e quanti hanno subito incidenti e, purtroppo anche mortali, elude ingannevolmente una questione da affrontare che è il riequilibrio del rapporto colture agricole e cinghiali.
Sono lobbies elettorali che chiedono per interessi di parte di avere strumenti per risolvere il problema, oggi più acuto che nel passato? In che mondo vive questo signore: l’agricoltura è un “affare” di parte? Ridicolo.
Siamo seri, questa delle lobbies diventa una barzelletta. Cercano i 5Stelle i voti delle lobbies! Sono santi.
Lasciamo la pubblicità e la banalità ai 5Stelle e veniamo ai fatti. In tutto il mondo i cacciatori vanno a caccia, i pescatori a pesca, ecc... Che i cacciatori vanno a caccia di cinghiali è un’ovvietà che solo il nostro politico 5Stelle scopre oggi per comodo suo. Anche i cavalieri vanno a cavallo.
In Italia e in tanti altri Paesi nel mondo esistono le squadre di cinghialai che sono sempre più una risorsa delle comunità per la tutela delle colture agricole.
Che le squadre siano le responsabili dell’aumento dei cinghiali come recita il politico del 5Stelle è una vera e propria stupidaggine.
Le “squadre” operano all’interno di un sistema di interventi che ha come presupposto la conoscenza della specie, della quantità e del territorio. Tra i cacciatori sono i più esperti e sanno bene quali sono le aree vocate, i boschi dove cacciano (solo i marziani non lo sanno) ma conoscono anche come intervenire nelle “non vocate”.
Operano da volontari a difesa di quell’agricoltura che è ricchezza del paesaggio senese che sembra non essere all’attenzione delle lobbies che sostengono i 5Stelle.
Conosce il sig. De Angelis le quantità di cinghiali che sono nell’Oasi di Montepulciano, conosce le difficoltà che derivano alla caccia, alla cattura, dall’applicazione di alcune regole, conosce il rapporto tra predatori e questa specie? Sembra di no e, per quanto scrive, conosce anche poco quello che l’ISPRA ha, per ora, già autorizzato.
Se il De Angelis parla da tifoso anticaccia è lui l’avversario pericoloso per la qualità dell’ecosistema e della qualità della vita di uomini e donne che vivono nelle campagne a noi care.
Spero che presto i politici 5Stelle si sentano impegnati ad istallare le recinzioni e quant’altro utile a salvaguardare i vigneti.
Nell’articolo, oltre alla polemica da politico di un tempo, non si indicano le soluzioni. Il sale sulla coda, la castrazione, la sterilizzazione? Siamo a scherzi a parte!
Nel mondo lo strumento più usato, più selettivo che consente di controllare la specie e di non “estinguerla” o “distruggerla” come chiede l’ambientalista, è il fucile da caccia.
Invitiamo il sig. De Angelis, per il suo bene, a non “mangiarsi” i suoi scritti come egli annuncia se, di nuovo, contrariamente a quanto stregonisticamente prevede, anche i cinghialai con le loro squadre, riusciranno nel contenimento dei capi del “re del bosco”. Consigliamo carne di cinghiale, che fa bene alla salute, non ha colesterolo in esagerazione (un’alimentazione diffusa può ridurre anche i costi sanitari). Il cinghiale è ben abbinabile ad un buon bicchiere di vino rosso e perché no, all’acqua di Chianciano prodotti tutti che trovano l’interesse, diffuso vivaddio, e possono aiutare a promuovere quel sano turismo che raggiunge Siena e mangia volentieri carni buone e selvatiche.
Io ho avuto il piacere, anni fa, di partecipare ad una cena organizzata dalle Associazioni Venatorie in Toscana, laddove spesso è presente Grillo e dove si sono assaporati e gustati buoni piatti a base di selvaggina. Non l’ho visto triste!
Il “razzismo” verso i cinghialai ed i cacciatori è frutto di malafede o scarsa conoscenza. Per questo gli italiani, quando chiamati a referendum, per queste fesserie, i più, sono rimasti a casa. Nel contempo il De Angelis consigli la Raggi per i topi, le cornacchie che aggrediscono i cittadini, i gabbiani e il liquame degli storni che invade il centro di Roma? Spenderà anche lei soldi pubblici per iniziative costose ed inutili?
Alleghiamo il link all’articolo incriminato
http://www.centritalianews.com/category/economia-e-ambiente/agricoltura-e-caccia/

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