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Luca Gironi

Luca Gironi

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CACCIA, FAVA: ACCOLTA IN CPA CONFERENZA DELLE REGIONI LA PROPOSTA LOMBARDA PER TAVOLO TECNICO SU DEROGHE CATTURA UCCELLI

(Milano, 23 settembre) “Sono molto soddisfatto perché la proposta di Regione Lombardia sulla costituzione presso la Conferenza Stato-Regioni di uno specifico Tavolo tecnico per definire le linee guida per la concreta e corretta applicazione del regime delle deroghe in materia di cattura degli uccelli da utilizzare come richiami vivi è stata accolta. Senza una presa di posizione della Lombardia sarebbe calata la scure su una pratica tradizionale di una parte del nostro territorio”.

Lo ha detto oggi l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, alla luce della lettera che Leonardo di Gioia, coordinatore della Commissione Politiche Agricole (CPA) della Conferenza delle Regioni, ha scritto a Stefano Bonaccini, presidente della CPA della Conferenza Stato-Regioni.

Il Tavolo tecnico vedrà il supporto di Ispra e la partecipazione del Dipartimento delle Politiche comunitarie, allo scopo appunto di definire le linee guida per la concreta e corretta applicazione del regime delle deroghe.

“La presenza di Ispra sarà necessaria, come ha riconosciuto anche la Conferenza delle Regioni, per affrontare il tema più generale del prelievo in deroga, a fronte delle difficoltà riscontrate negli ultimi anni e al mancato assolvimento da parte dello stesso Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale dei compiti istituzionali attribuiti dalla legge in ordine alla definizione della “piccola quantità”, che non hanno consentito una corretta applicazione della normativa vigente, impedendo di fatto alla Conferenza Stato-Regioni di procedere alla ripartizione tra le Regioni interessate del numero dei capi prelevabili per ciascuna specie.

“Ritengo doverosa – ha proseguito Fava – anche la sollecitazione del collega Leonardo Di Gioia per l’insediamento del tavolo costituito lo scorso febbraio presso la Conferenza Unificata per l’analisi dei problemi e delle possibili soluzioni ai danni arrecati dalla fauna selvatica alle coltivazioni agricole. Data la gravità della situazione e gli urgenti bisogni degli agricoltori e dei territori, non si può più tergiversare”.

“NEO-COLONIALISMO” O “ECO-COLONIALISMO”? SONO ASCOLTATE LE VOCI DELL’AFRICA?

Il CIC ha aiutato i suoi membri in Africa ad organizzare una conferenza stampa durante la 17^ Conferenza Cites CoP17 a Johannesburg, Sud Africa.

Le nazioni africane sono sempre più preoccupate che alcune proposte ed emendamenti presentati alla Cites CoP17 avranno un effetto negativo su molti Paesi in cui l’uso sostenibile della fauna selvatica fornisce reddito vitale per la sopravvivenza e l’espansione degli sforzi di conservazione.

Questo reddito salvaguarda anche i mezzi di sussistenza, l’educazione e il miglioramento delle popolazioni rurali locali che convivono con la fauna selvatica, contribuendo così allo sradicamento della povertà.

In Africa vivere a fianco della fauna selvatica è spesso difficile e può avere conseguenze negative disastrose.

Le entrate derivanti da un suo uso contribuiscono notevolmente con l’attuazione di misure che impediscono la distruzione del bestiame e le colture, migliorando così il sostentamento di coloro che convivono con la fauna selvatica .

Inoltre, un prelievo sostenibile può essere spesso la migliore forma di impiego nelle regioni aride e povere, fornendo occupazione assolutamente necessaria e una fornitura di proteine.

Se la caccia sostenibile e altre forme di utilizzo vengono eliminati e le popolazioni locali non beneficiano della fauna selvatica con cui condividono l’ambiente, i beni naturali che sono tenuti a proteggere non avranno più il loro interesse e sostegno.

La conseguenza di vietarne un uso sostenibile, che sarebbe in gran parte il risultato di ragioni puramente emotive, causerebbe una perdita massiccia e devastante di habitat della fauna selvatica.

In linea con le posizioni di diversi Paesi africani, il CIC suggerisce di emendare le proposte dell’Unione Europea, che altrimenti renderebbero l’importazione e l’esportazione di trofei di caccia ancora più difficili.

Gli stati dell’area africana dovrebbero avere voce in capitolo sul futuro della loro fauna selvatica. Imporre la visione dell’emisfero settentrionale e prendere decisioni per le nazioni africane, nonostante il loro successo nella conservazione della fauna selvatica, non è visto solo come intervezionista dai Paesi colpiti, ma anche da altri in tutto il mondo.

Ad esempio, durante gli incontri con la Commissione Europea e i parlamentari europei a Bruxelles nel mese di aprile di quest’anno, i governi della Namibia, Sud Africa, Zambia, Zimbabwe, Mozambico e Tanzania hanno espresso le loro frustrazioni e preoccupazioni per l’imposizione di regole e linee guida, sviluppate senza il loro contributo da governi stranieri, che potrebbero pregiudicare la conservazione della fauna selvatica e la creazione di occupazione nei rispettivi Paesi

Questa forma di imposizione è stato indicata come “neo-colonialismo” o “ecocolonialismo”. Per la Cites CoP17, il CIC ha distribuito un documento che prende posizione su questioni che sono direttamente rilevanti per la caccia sostenibile e altre forme di uso consuntivo.

(www.ladeadellacaccia.it)

Arcicaccia e Federcaccia aderiscono alla campagna europea People for soil

                         

 

PEOPLE FOR SOIL! NELLA GRANDE SQUADRA DELLE ASSOCIAZIONI NAZIONALI ED EUROPEE PRESENTI FEDERCACCIA E ARCICACCIA

Presentata a Torino in occasione di “Terra Madre Salone del Gusto” l’iniziativa europea di raccolta firme per la difesa del suolo

Il suolo è un bene prezioso di tutti, oggi sempre più messo in pericolo. Per questo Federcaccia e ARCI Caccia hanno deciso comunemente e convintamente di aderire all’iniziativa People4Soil! assieme a oltre 300 organizzazioni di tutta Europa.

La rete internazionale di associazioni e organizzazioni (agricole, ambientaliste, venatorie, ordini professionali, di difesa e valorizzazione del territorio e delle pratiche tradizionali, ecc.) ha individuato un fine prioritario comune: l’interesse per la difesa di un bene, il suolo, che garantisce la sicurezza alimentare, la conservazione della biodiversità e la regolazione dei cambiamenti climatici. Un ruolo fondamentale che oggi non è protetto da nessuna legge.

Per questo motivo è stata lanciata questa iniziativa dei cittadini europei per raccogliere almeno un milione di firme in Europa per reclamare un diritto al suolo e proteggere questo bene essenziale per le nostre vite e per le attività ambientalmente sostenibili, siano esse produttive o del volontariato e del tempo libero.

L’obiettivo principale è il riconoscimento del suolo come patrimonio comune che necessita di protezione a livello UE, poiché apporta benefici essenziali legati al benessere umano e alla resilienza ambientale; sviluppo di uno specifico quadro giuridicamente vincolante che copra le principali minacce ai suoli: erosione, impermeabilizzazione, perdita di materia organica, perdita di biodiversità e contaminazione; integrazione, nelle politiche UE, degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite relativi ai suoli; adeguata considerazione e riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra provenienti dal settore agricolo e forestale.

La raccolta firme europea è stata ufficialmente lanciata il 22 Settembre da “Terra Madre Salone del Gusto” - il più importante evento internazionale su cibo e gastronomia, in svolgimento a Torino - e si concluderà nel settembre 2017.

Nei prossimi giorni saranno diffuse le modalità di raccolta delle firme anche attraverso Internet.

È importante raggiungere un numero elevatissimo di firme e il mondo venatorio concorrerà alla sfida lanciata in conferenza stampa da Carlo Petrini di considerare un milione di firme in Europa il punto di partenza della mobilitazione che può e deve parlare al cuore e alla ragione dei cittadini del Continente in almeno 7 Paesi.

Per questo obiettivo l’associazionismo venatorio metterà a disposizione le proprie strutture capillarmente diffuse sul territorio per mobilitare il corpo sociale e i loro familiari utilizzando anche le nuove tecnologie.

È l’occasione per dimostrare il concreto apporto che possiamo dare come cittadini cacciatori alla tutela degli interessi della comunità nazionale e internazionale.

La rappresentanza corale delle Associazioni e degli Enti intervenuti alla conferenza stampa è ancora più radicata nella società anche per la partecipazione del diffuso mondo venatorio italiano, impegnato nelle aree rurali per la gestione e conservazione della fauna selvatica.

Anche nel Bel Paese forse per una volta potremo far prevalere la voglia di unità rispetto alla ricerca di argomenti di divisione.

Roma, 24 settembre 2016 – Federazione Italiana della Caccia - ARCI Caccia

Abruzzo: L'Arcicaccia interroga la regione in merito alla sospensiva

Massimiliano Di Luca, dirigente regionale di Arcicaccia, ha inviato una formale richiesta di chiarimento alla Regione Abruzzo in merito alle giornate di sospensione dell'attività venatoria.

Infatti, la sospensiva cita testualmente:

"Ritenuto che, nella comparazione dei contrapposti interessi, appare prevalente, in questa temporanea fase e nelle more della trattazione del giudizio nella sede collegiale, quello della parte ricorrente volto ad impedire il verificarsi di effetti irreversibili sulla fauna a seguito dell’apertura della caccia nelle dette giornate del 18, 22, 24 e 25 settembre 2016".

Quindi non vi è nessun riferimento alla giornata del 28 settembre o alle successive. Pertanto, la domanda del dirigente Arcicaccia è la seguente: si deve intendere che da lì in avanti la stagione venatoria possa cominciare?

Speriamo di poter dare risposta nel più breve tempo possibile a questo interrogativo.

ANLC: MANIFESTAZIONE A PESCARA

  • Pubblicato in Eventi

Dopo l’annullamento della delibera n. 515 del 02/08/16 della Giunta regionale che approvava il
calendario venatorio del 2016-2017, i Cacciatori – ma anche i Cittadini della Regione Abruzzo –
si sono sentiti ancora una volta vittime di una insensata moda animalista che antepone il
benessere di popolazioni sempre più abnormi di cinghiali, alla salvaguardia delle colture agricole
e perfino all’incolumità pubblica.
Evidentemente, non basta che la Regione venga dissanguata da una valanga di indennizzi o che
si ripetano incidenti stradali mortali, le lamentazioni ideologiche del WWF e uno dei suoi
innumerevoli ricorsi gratuiti, hanno prodotto una inspiegabile sentenza del Tar che ha annullato
il calendario venatorio regionale.
Qualcuno, in Abruzzo, ha evidentemente sbagliato. Su questo non ci sono dubbi. E non
importa sapere se ha sbagliato per incapacità di natura amministrativa, oppure per inadeguata
preparazione tecnica o per uno sciagurato disegno anticaccia. In ogni caso, purtroppo e come
al solito, gli unici a pagare ingiustamente le conseguenze di tale assurda situazione sono i
cacciatori abruzzesi che, dopo aver pagato le salate tasse per l’esercizio dell’attività venatoria,
si vedono ridurre il periodo cacciabile a pochi giorni dell’apertura e senza possibilità di
difendersi nelle sedi competenti.
Contro un simile stato di cose, la Libera Caccia ha indetto una manifestazione di protesta che si
terrà a Pescara domenica il 25 settembre, alla quale sono invitati a partecipare tutti i
cacciatori della Regione, senza alcuna esclusione.
L’incontro dei manifestanti è fissato per le ore 10, nel piazzale antistante la vecchia stazione
dal quale poi partirà un breve corteo, pacifico, democratico e autorizzato, che si concluderà alle
ore 12,30 circa in Piazza Salotto dove il presidente della Libera Caccia Paolo Sparvoli terrà
un breve intervento.
Partecipare a questa manifestazione è il solo modo per dimostrare lo sdegno dei cacciatori
abruzzesi e la loro volontà di difendere una dignità che tutti stanno calpestando da troppo tempo.


Roma 21 settembre 2016


L’Ufficio Stampa

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