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Luca Gironi

Luca Gironi

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La caccia in Europa vale 16 miliardi di euro

27 Settembre, 2016, Bruxelles – Durante una conferenza svoltasi oggi al Parlamento europeo a Bruxelles è emerso che la caccia vale 16 miliardi di euro per l’economia europea. I cacciatori spendono infatti annualmente questa somma aggregata in licenze, affitti, fucili da caccia e munizioni, equipaggiamento e viaggi. Il loro contributo si estende però anche alla società e alla tutela della natura con innumerevoli azioni di gestione del 65% dell’intero territorio dell’UE come la difesa della biodiversità, il contenimento dei danni della selvaggina, il monitoraggio e il sostegno allo sviluppo rurale.

La caccia nella sua complessità non può essere misurata soltanto in termini monetari. La caccia infatti va considerata anche come un servizio ecosistemico che produce benefici per le economie e le comunità rurali offrendo alternative di sviluppo sostenibile, una maggiore qualità della vita e un importante fattore nella trasmissione di identità e di tradizioni.

La conferenza “Il Valore Economico della Caccia nell’UE” ha registrato la presenza di parlamentari e funzionari europei, rappresentanti dell’industria di settore e dei delegati delle associazioni europee che rappresentano oggi 7 milioni di cacciatori.

Soddisfatta l’organizzatrice dell’evento Renata Briano, vice presidente dell’intergruppo “Biodiversità, caccia e ruralità” del Parlamento europeo.

“L’impatto della caccia sulle economie nazionali e sull’economia europea - sostiene l’europarlamentare Renata Briano - è decisivo e deve essere tenuto nella giusta considerazione ed integrato nelle future politiche nazionali e comunitarie in materia di biodiversità e di sviluppo rurale”.

Michl Ebner, Presidente della FACE durante il suo intervento ha snocciolato le cifre provenienti da vari studi condotti in Italia, Austria, Inghilterra, Grecia, Francia e Irlanda sostenendo che una metodologia integrata permetterebbe di avere un quadro ancora più preciso del contributo economico dei cacciatori.

“Il nostro è un calcolo conservativo,” sostiene il Presidente Ebner. “Chiediamo alla Commissione Europea di affidare ad EUROSTAT la raccolta statistiche migliori per determinare con maggior precisione il contributo della caccia all’economia, alla biodiversità e allo sviluppo rurale. Va inoltre considerato il contributo da parte dei cacciatori in termini di volontariato. Le azioni di tutela dell’ambiente e della biodiversità non aiutano soltanto la natura ma sono un fattore di sviluppo economico per le economie rurali oggi sofferenti”.

La conferenza ha visto inoltre il contributo di diversi altri relatori che si sono susseguiti come Alain Durand (Fédération Nationale des Chasseurs), Manfred Kind (AKAH), Kate Ives (BASC).

Abruzzo: Niente caccia fino al pronunciamento del TAR

Su sollecito dell'Arcicaccia, l'avvocatura regionale abruzzese, nella persona della Dottoressa Valeri, ha finalmente chiarito la questione relativa al termine della sospensiva disposta dal TAR in seguito al ricorso presentato dal WWF.

Solo dopo il pronunciamento della camera di consiglio, previsto per domani, si saprà la data di inizio della stagione venatoria in Abruzzo. La sospensiva che blocca la caccia è valida, infatti, fino alla camera di consiglio di domani, in cui potrà essere reiterata o decadere. Fino a domani quindi, la caccia resterà sicuramente chiusa.

Siena: Atc in rivolta contro il piano di prelievo del daino

Nonostante la sitazione di perenne emergenza ungulati, la regione Toscana, seguendo le indicazion dell'Ispra, ha falcidiato il piano di prelievo del daino in Provincia di Siena. I piani di abbattimento che si basavano sui risultati dei censimenti e rispettavano i canoni della legge obbiettivo, fortemente voluta dalla regione, sono usciti dimezzati dalla scure dell'Istituto di Ozzano Emilia. Questo nonostante in toscana sia attivo il Cirsemaf, osservatorio universitario regionale in grado di produrre pareri altrettanto autorevoli di quelli dell'Ispra ma un po' meno influenzati dalle associazioni animaliste. Questa la sintesi del comunicato diffuso, nella giornata di oggi, dall'ATC Siena.

 

www.ilcittadinoonline.it/economia-e-politica/atc-siena-vs-regione-ispra/

LOMBARDIA. FAVA: MANIFESTAZIONE PER LE DEROGHE NON GIOVA, RESPONSABILITÀ NON DI REGIONE

  • Pubblicato in Notizie

“Prendiamo atto della volontà di alcune sigle venatorie di manifestare domani [27 settembre, n.d.r.] al Pirelli contro Regione Lombardia per le solite questioni relative a deroghe e impianti di cattura”. Lo dice l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava.

“Negli ultimi mesi si sono create aspettative sulla riapertura degli impianti a seguito di una nota del ministero dell’Ambiente – precisa -; comunicazione che, tuttavia, non può modificare di una virgola la legge comunitaria che il Parlamento, su iniziativa del Governo, ha approvato lo scorso anno. Tantomeno l’intervento ministeriale può cambiare i pareri di Ispra che hanno attestato la sussistenza di soluzioni alternative”.

“Il problema è che il quadro delle regole, oggi, non consente di muoversi con certezza – spiega Fava -. Per questo abbiamo chiesto l’istituzione del tavolo tecnico presso la Conferenza delle Regioni, in modo che una volta per tutte si possa definire con chiarezza cosa sia consentito fare alle Regioni e cosa no, ed eventualmente, con il coinvolgimento dei dicasteri competenti, comprendere come e cosa modificare della normativa nazionale per conciliare le esigenze del territorio con le direttive europee”.

“In tutto questo – afferma l’assessore – c’è chi preferisce manifestare contro Regione Lombardia, anziché contro il Governo. Evidentemente le informazioni non circolano come dovrebbero, o qualcuno non è uso informarsi a dovere. A costoro gioverebbe sapere che il Governo sta redigendo un piano d’azione cosiddetto antibracconaggio, che è nei fatti una dichiarazione di guerra alla caccia, e criminalizza in particolare le Prealpi lombarde”.

Sul tema, sottolinea ancora Fava, “Regione Lombardia è stata tra i pochissimi soggetti istituzionali a muovere rilievi contro quel piano. Ma in tutto questo si preferisce manifestare contro di me e contro la Regione”. “Le associazioni venatorie, con cui mi confronto praticamente ogni giorno – dice Fava – sono use farsi avanti con proposte ed argomenti. Evidentemente chi non ha né proposte né argomenti, pensa di poter strappare loro qualche tessera, semplicemente urlando più forte. Non è così che la caccia può ottenere qualcosa”.

(www.ladeadellacaccia.it)

 

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