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PINO CEMBRO E NOCCIOLAIA: INTERAZIONE ECOLOGICA

PINO CEMBRO E NOCCIOLAIA: INTERAZIONE ECOLOGICA
Lo “scioglimento dei ghiacciai” è ormai sulla bocca di tutti, una condizione sempre più problematica, che determina una cascata di svariati effetti e scenari naturali. Proviamo ora a prendere un singolo caso, un possibile esempio in ambito Alpino. Cosa succede in seguito? Quali meccanismi evolutivi si generano su questo “nuovo” e nudo terreno? Quali specie occupano in ordine temporale il suolo ora potenzialmente abitabile? In quanto tempo si avrà uno stadio evolutivo stabile detto anche Climax?
Un ritiro della lingua glaciale consiste nello scioglimento della parte terminale del ghiacciaio, il quale si è sviluppato a suo tempo “scendendo” con diramazioni dalle cime verso valle.
Trovandoci ad una quota al di sotto dei 2500m s.l.m. possono crearsi le condizioni per l’insediamento di un bosco di conifere.
Inizialmente ad occupare il suolo minerale può esserci, insieme a specie erbacee e arbustive, il Larice ( Larix decidua Mill.), specie pioniera ed eliofila presente su tutto l’arco Alpino. 
Nell’arco di 1000 anni dal ritiro glaciale ( salvo ingenti disturbi naturali ) sarà presente una Cembreta pura, o in alcuni casi mista insieme a specie appartenenti al genere Picea, Abies o Pinus. 
Il Cirmolo ( Pinus cembra L.) non è una specie pioniera come il larice bensì definitiva, per questo motivo la Cembreta ora formatasi si configura come Stadio evolutivo finale.
Viene proposta ora un analisi sullo sviluppo del Pino cembro per comprendere la sua fondamentale associazione ecologica con la specie animale conosciuta come “Nocciolaia”. 
 
Pinus cembra L. chiamato anche cembro o cirmolo è una conifera appartenente alla famiglia delle Pinaceae. 
L’areale della specie è identificato nelle Alpi, nella catena degli Urali e al circolo polare Artico. Sulle Alpi si trova dai 1400 ai 2500m s.l.m. 
I suoi rami sopportano il peso della neve e la pianta resiste a temperature fino ai -40°C.
Produce semi di grandi dimensioni, abbondanti ogni 5/6 anni, destinati a non germinare subito, rimanendo quiescenti sul suolo. Il seme è pesante e la disseminazione è affidata agli animali, in particolare ad un corvide.
La diffusione frammentata della specie risente molto dell’attività antropica, il legno è di pregio. Inoltre sotto la sua chioma non cresce erba ma tipicamente ericaceae come il rododendro ( Rhododendron ferrugineum L. , sui nostri suoli acidi ), per questo motivo sui versanti e le praterie si predilige il rilascio al suo posto del novellame di Larice per creare migliori condizioni per il pascolamento. 
 
La Nocciolaia ( Nucifraga caryocatactes, Ordine Passeriformes, famiglia Corvidae) è una specie protetta dal 1961, quando si scoprì la sua fondamentale importanza a livello ecologico. Ha forme compatte, il corpo è bruno scuro, con una coda corta e ali ampie, il becco nero a forma di pugnale  le permette la presa di semi.
In Italia nidifica sulle Alpi prediligendo le folte chiome di conifere per la costruzione del nido. Le risorse nutritive più importanti di queste specie sono i grandi semi degli strobili degli alberi, primo su tutti il Pino cembro.
Solitamente la deposizione genera 2-4 uova le quali sono covate per 18 giorni. Entrambi i sessi nutrono i giovani che vengono solitamente curati per due decadi. 
Lo sviluppo della nocciolaia è garantito quando il Cembro ha maturato molti semi, quindi per ogni esemplare di pino parliamo di “anni di pasciona” cioè di anni in cui la produzione di seme è abbondante, circa ogni 5 anni. La durata della vita dell’animale corrisponde alla nascita di un nuovo esemplare di pino cembro, dalla maturazione dei semi al germogliamento passano infatti2-3 anni.
 
La relazione che vi è tra le due specie rappresenta un importante caso di coevoluzione pianta-animale.
Durante la stagione autunnale, la nocciolaia crea delle vere e proprie scorte ( 30-50 semi ) per l’inverno mettendoli a riparo in punti rocciosi non interessati da copertura nevosa ( facili per l’animale da recuperare in inverno ), la neve infatti è un fattore di disturbo per il semenziale che soffre il ristagno da neve. 
La condizione favorevole per il seme è connessa alla successiva predazione dell’animale. In questo caso l’accumulo di semi su terreno roccioso determina il germogliamento di questi per anastomosi (più semi insieme generano un'unica pianta ). 
In caso contrario il corvide è in grado di ritrovare in inverno fino al 90% dei semi messi da parte nei mesi precedenti compromettendo lo sviluppo di nuovi esemplari di Pino cembro.
 
 
Bibliografia
Dispense Botanica Forestale. Lonati Michele. Università degli studi di Torino.
Modello integro-differenziale di un sistema ecologico e la sua stabilità: caso di pino cembro e nocciolaia
nella loro interdipendenza. Hisao Fujita Yashima - Simona Bianconi December 23, 2003
 
 
 
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