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Luca Gironi

Luca Gironi

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Il Movimento 5 Stelle chiede l'esclusione di 21 specie dall'elenco delle specie cacciabili

Camera dei deputati Aula Palazzo Montecitorio RomaIn un'interrogazione al Ministero dell'Agricoltura i deputati 5 stelle Caramiello, Sergio Costa, Di Lauro, Cherchi, Ilaria Fontana chiedono l'esclusione dall'elenco delle specie cacciabili di ben 21 di quelle attualmente contenute per evitare una procedura di infrazione.

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, per sapere – premesso che:

la direttiva 2009/147/CE detta Uccelli concerne la conservazione degli uccelli selvatici nel territorio europeo degli Stati membri;

al 4° considerando la direttiva afferma che le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo degli Stati membri sono in gran parte specie migratrici. Tali specie costituiscono un patrimonio comune e l'efficace protezione degli uccelli è un problema ambientale tipicamente transnazionale, che implica responsabilità comuni;

al 5° considerando la direttiva afferma che la conservazione delle specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo degli Stati membri è necessaria per raggiungere gli obiettivi comunitari in materia di miglioramento delle condizioni di vita e di sviluppo sostenibile;

all'articolo 2 la direttiva prevede che gli Stati membri dell'Unione adottino tutte le misure necessarie per mantenere o adeguare le popolazioni delle specie di uccelli selvatici ad un livello di conservazione che corrisponde in particolare alle esigenze ecologiche, scientifiche e culturali;

all'articolo 7, comma 1), la direttiva prevede che in funzione del loro livello di popolazione, della distribuzione geografica e del tasso di riproduzione in tutta la Comunità le specie elencate all'allegato II possono essere oggetto di atti di caccia nel quadro della legislazione nazionale; gli Stati membri faranno in modo che la caccia di queste specie non pregiudichi le azioni di conservazione intraprese nella loro area di distribuzione;

all'articolo 7, comma 4), la direttiva prevede che gli Stati membri si accertino che l'attività venatoria rispetti i princìpi di una saggia utilizzazione e di una regolazione ecologicamente equilibrata delle specie di uccelli interessate;

la direttiva Uccelli è stata recepita in Italia principalmente dalla legge quadro nazionale 11 febbraio 1992, n. 157, che tutela la fauna selvatica e disciplina l'attività venatoria;

ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 157 del 1992, la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale ed internazionale;

ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 157 del 1992, lo Stato, le regioni e le province autonome adottano le misure necessarie per mantenere o adeguare le popolazioni di tutte le specie di uccelli di cui all'articolo 1 della direttiva 2009/147/CE, ad un livello corrispondente alle esigenze ecologiche, scientifiche, turistiche e culturali, tenendo conto delle esigenze economiche e ricreative e facendo in modo che le misure adottate non provochino un deterioramento dello stato di conservazione degli uccelli;

ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 157 del 1992, l'esercizio dell'attività venatoria è consentito «purché non contrasti con l'esigenza di conservazione della fauna selvatica» e che tale esigenza trova una sua massima espressione nella tutela della biodiversità, assunta a principio fondamentale dell'Ordinamento, in virtù di quanto disposto dal novellato articolo 9 della Costituzione;

nel luglio del 2023 la Commissione europea ha aperto nei confronti dello Stato italiano la procedura Pilot Eup (2023)10542 – Mancato rispetto del diritto europeo della natura in relazione a una serie di problematiche venatorie in Italia;

in detta procedura Pilot sono state evidenziate varie criticità inerenti alla gestione e alla regolamentazione dell'attività venatoria in Italia in relazione al rispetto del dettato comunitario;

fra i rilievi mossi dalla Commissione europea vi è l'abbattimento di alcune specie di uccelli con stato della popolazione non favorevole, in assenza di adeguati piani di gestione/conservazione efficacemente applicati;

l'elenco delle specie indicate dalla Commissione europea comprende: Allodola, Alzavola, Beccaccino, Codone, Combattente, Coturnice, Fagiano di monte, Fischione, Folaga, Marzaiola, Mestolone, Moretta, Moriglione, Pavoncella, Pernice rossa, Pernice sarda, Porciglione, Quaglia, Starna, Tordo sassello, Tortora selvatica;

dalla data dell'apertura della procedura Pilot non è stata adottata nessuna iniziativa in merito all'obbligo di mantenere o adeguare le popolazioni delle specie citate;

laddove presenti (Allodola, Coturnice, Fagiano di monte, Moriglione, Tortora selvatica), i piani di gestione/conservazione non sono stati adeguatamente implementati; a tal riguardo non esistono rapporti ufficiali sullo stato di attuazione dei piani se non due riferiti a Coturnice e Allodola, redatti da Ispra, risalenti al 2019 in cui si evince sostanzialmente la scarsa applicazione degli stessi quindi, le specie indicate dalla Commissione europea sono continuate ad essere state oggetto di prelievo venatorio nonostante lo stato di conservazione sfavorevole;

tale situazione costituisce una chiara violazione della normativa comunitaria e nazionale –:

se il Ministro dell'agricoltura, sovranità alimentare e foreste, in ottemperanza a quanto stabilito al comma 3 dell'articolo 18 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, intenda promuovere l'adozione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con cui si escludano dall'elenco delle specie cacciabili le specie di uccelli richiamate nella procedura Pilot Eup (2023)10542 (Allodola, Alzavola, Beccaccino, Codone, Combattente, Coturnice, Fagiano di monte, Fischione, Folaga, Marzaiola, Mestolone, Moretta, Moriglione, Pavoncella, Pernice rossa, Pernice sarda, Porciglione, Quaglia, Starna, Tordo sassello, Tortora selvatica), anche al fine di evitare una nuova apertura di procedura di infrazione nei confronti dello Stato italiano.
(2-00543) «Caramiello, Sergio Costa, Di Lauro, Cherchi, Ilaria Fontana».

Europa: rivisti i KC, posticipata di una decade l’inizio della migrazione per Tordo bottaccio, Tordo sassello, Cesena ed Alzavola

tordosassello1Apprendiamo dal sito di Arci Caccia di un’ottima notizia per i cacciatori. "La Commissione Europea ha rivisto i Key Concepts per quattro specie di uccelli migratori: Tordo bottaccio, Tordo sassello, Cesena ed Alzavola. Per queste quattro specie la data di inizio della migrazione è stata posticipata di una decade e quindi, ipoteticamente, i calendari venatori, potranno essere estesi al 20 gennaio per il tordo bottaccio e al 30 gennaio per le altre tre specie. Un lavoro fatto di concerto dall’Ispra e dai Ministeri dell’Agricoltura e dell’Ambiente che, finalmente, porta buoni frutti per i cacciatori."

 

https://www.arcicaccianazionale.it/migratoria-rivisti-i-kc-posticipata-di-una-decade-linizio-della-migrazione-per-tordo-bottaccio-tordo-sassello-cesena-ed-alzavola/

Abruzzo: le Associazioni Venatorie protestano contro il trasferimento della sede dell’ATC dell’Aquila in una sede Fidc

AbruzzoLe associazioni venatorie riconosciute Arci Caccia, Libera Caccia, Italcaccia e Enalcaccia, riunite insieme, chiedono di fare chiarezza in merito al trasferimento degli uffici dell’Ambito Territoriale di Caccia (ATC) dell’Aquila nella sede dell’associazione venatoria Federcaccia.
Come noto, gli ATC sono strutture associative di natura privata che perseguono, nell’interesse pubblico, i fini della programmazione delle attività faunistico-venatorie della legge n. 157/1992. Le associazioni venatorie sono definite dalla già menzionata norma come organizzazioni a livello regionale e provinciale con adeguati organi periferici con lo scopo principale di difesa della caccia e salvaguardia dell’ambiente e della fauna.
I cacciatori residenti nella regione, iscritti od ammessi agli ATC, partecipano alla gestione faunistica e corrispondono, in eguale misura, la quota di partecipazione a copertura delle spese di gestione. A compenso delle prestazioni richieste al cacciatore, il comitato di gestione dell’ATC può prevedere un’adeguata riduzione della quota di partecipazione o altre forme di riconoscimento.
A tal proposito, è, a dir poco, insolito quanto accaduto all’Aquila, dove un ATC si è trasferito, anche se temporaneamente, all’interno della sede dell’associazione venatoria Federcaccia. È altrettanto strano come tale incompatibilità non desti attenzione da parte degli organi di vigilanza regionali e provinciali.
Pertanto, le scriventi associazioni venatorie richiedono l’intervento immediato degli organi competenti alla vigilanza al fine di ripristinare, nell’interesse pubblico e di tutti i cacciatori, il corretto svolgimento delle attività dell’ATC dell’Aquila, che attualmente svolge una funzione definita incompatibile in quanto, la propria sede è situata nei locali dell’associazione venatoria Federcaccia.
Qualora non saranno date soluzioni risolutive in merito a quanto esposto, le associazioni venatorie saranno costrette ad adire per vie legali.

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