Il contenimento della Volpe quando e perché
- Scritto da Roberto Mazzoni della Stella
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Continuiamo a parlare di gestione su Cacciando.com, con il Dott. Roberto Mazzoni della Stella. Oggi tocca alla volpe.
Specie come la Volpe e i Corvidi, potendo avvantaggiarsi di fonti alimentari non strettamente ecologiche (immondizia), possono arrivare a giocare un ruolo non marginale nel limitare la consistenza, se non addirittura la sopravvivenza, di talune specie come la Starna, la Lepre e il Fagiano, al contrario fortemente penalizzate dalle recenti trasformazioni ambientali
La più recente ricerca nel campo dell'ecologia animale ha inoltre messo in evidenza come la scomparsa dei grandi superpredatori abbia giocato un ruolo fondamentale nel favorire l'abbondanza dei piccoli predatori generalisti che possono giocare un ruolo decisivo nei confronti dalle conservazione di molte specie preda. Cosicché, oggi, il contenimento di questi predatori viene considerato anche in ambito scientifico come una indispensabile azione di riequilibrio ecologico.
Attenzione però: tutto ciò non vuole assolutamente dire che sia legittimo sterminare i predatori. Al contrario, sempre in ambito scientifico si ritiene che il controllo della predazione debba comunque avvenire con modalità e tempi tali da non compromettere la sopravvivenza delle specie predatrici. Occorre quindi che il mondo venatorio faccia una vera e propria rivoluzione culturale. Il moderno concetto di controllo della predazione impone di intervenire nei confronti dei predatori in modo selettivo e tempestivo. In altre parole, l’obiettivo è ridurre la pressione predatoria nel preciso momento in cui questa arreca un danno effettivo alle prede, senza con questo mettere in pericolo la sopravvivenza dei predatori stessi. Tuttavia, questa strategia, come cercheremo di dimostrare, per quanto ecologica, non è per questo assolutamente inefficace. Anzi!
Vediamo di spiegarci meglio. Nel caso della Volpe, occorre tenere presenti due caratteristiche comportamentali di questa specie: il territorialismo e la dispersione. Il territorialismo, è il comportamento in base al quale le volpi adulte prendono possesso di un certo territorio, all’interno del quale non tollerano la presenza di altre volpi. La maggior parte delle volpi adulte tende a rimanere, di conseguenza, stabilmente all’interno dei propri territori. La dispersione è invece il comportamento tipico dei giovani. Grosso modo, nel periodo compreso tra Settembre e Dicembre, i giovani nati nella precedente primavera si disperdono alla ricerca di un loro territorio e della relativa possibilità di trovare un partner con il quale accoppiarsi.
Se abbattiamo dunque una volpe adulta territoriale, una giovane volpe che si aggira alla ricerca di un suo territorio si introdurrà subito all’interno del territorio vacante e lo occuperà. Tanto per intendersi, le volpi si comportano come certe famiglie senza casa: venute a conoscenza di un appartamento lasciato libero, vi si precipitano e lo occupano.
Allora, proviamo a ragionare. Dovendo controllare la presenza delle volpi, è assolutamente illusorio pensare che lo si possa fare tramite la caccia nei mesi autunnali. Cacciare una Volpe in autunno può senza dubbio rappresentare una soddisfazione venatoria, ma ha scarso valore rispetto all’esigenza di prevenire la predazione. Un prelievo realizzato in questo periodo, durante la dispersione dei giovani, tende a conseguire solo il perverso risultato di richiamare una Volpe priva di territorio a prendere il posto lasciato vuoto dalla Volpe abbattuta.
D’altro canto, le volpi hanno maggiori esigenze predatorie nel periodo primaverile ed estivo, quando devono provvedere all’allattamento e all’alimentazione dei volpacchiotti nella tana. Quindi, abbattere volpi al termine del periodo riproduttivo equivale oltretutto a “chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati”, ovvero intervenire quando hanno avuto tutto il tempo per predare fagiani, lepri, ecc. e rifornire di carne i propri cuccioli.
Viceversa, una strategia di controllo basata sull’abbattimento delle volpi nel periodo tardo invernale e nella prima parte della primavera, ovvero nei mesi di Gennaio, Febbraio e Marzo, è assai più efficace. In questo periodo dell’anno, infatti, quasi tutte le volpi, giovani o adulte che siano, sono già stabilmente insediate nei propri territori e la dispersione è minima, e di conseguenza le possibilità che una Volpe abbattuta possa essere sostituita è minima. Non solo, ma eliminando le volpi prima dell’inizio della stagione riproduttiva della piccola selvaggina, si riducono drasticamente anche le possibilità di predazione a carico di lepri e fagiani e soprattutto dei piccoli e dei giovani di queste specie, che sono le prede preferite, in quanto più vulnerabili.
Ecco, in conclusione, cosa significa intervenire in modo selettivo e tempestivo: aumentare l’efficacia non certo ridurla.
Le foto dell'articolo sono di Batti Gai