Il Pino Cembro (pinus cembra)
- Scritto da Paolo Ceschina
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Chiamato anche cirmo o cirmolo, il Pino cembro, analogamente al Larice col quale spesso, spalla a spalla combatte contro le forze distruttrici dell’ambiente alpino è tra i più resistenti alberi delle nostre montagne diventando cosi un simbolo del vigore della vita vegetale.
La sua chioma, slanciata in giovane età, arrotondata e globosa in maturità, è formata da fitti rami che sovente penzolano fino al suolo e portano vestiti da innumerevoli ciuffetti di 5 aghi a forma triangolare.
Ai piedi di grossi Cembri, si forma quindi un micro biotopo dove trovano rifugio e protezione svariate specie delle fauna e flora alpina.
Non è raro veder correre camosci, caprioli e lepri o involarsi forcelli e cesene nascosti sotto i pini.
L’espansione della specie è garantita dalla Nocciolaia, che si nutre dei semi di cembro, grossi, simili a noccioline e commestibili anche per l’uomo.
Il corvide raggruppa spesso i semi in depositi sotterranei da cui si sviluppano ciuffi di pianticelle, un classico esempio di simbiosi tra uccelli e specie vegetali ai fini della diffusione delle specie.
“Guardiano dei ghiacciai” è il soprannome più indicato per questo albero capace di spingersi fino alle quote più elevate delle praterie alpine dove nessun altra specie arborea riesce a sopravvivere. ( censiti esemplari a 2780 m , max quota raggiunta da un albero sulle alpi !).
Il nostro “alpinista” dal carattere climatico, ossia destinata a formare un bosco stabile, ha dietro di sé una lunga storia dal postglaciale, proveniente da sud arrivò nel versante sudalpino formando già popolamenti puri prima di 16mila anni orsono, qualche tempo prima che arrivassimo noi con le nostre doppiette, insomma…
Scheda tecnica
Sinonimo: cembro, cirmolo Famiglia: Pinaceae Sottofamiglia: Pinoideae
La presenza del pino cembro in due complessi geografici distinti :
P.cembra ssp. Cembra, cembro europeo e il P.cembra ssp. sibirica cembro siberiano-
Fiori:albero monoico, fiori unisessuati, anemofili; la fecondazione ha luogo solo un anno dopo l’ impollinazione; fiori maschili sessili, situati numerosi alla base dei nuovi macroblasti, di colore variante dal giallo al rosso, ovoidi, simili a piccoli coni; granuli pollinici con due tasche aerifere; infiorescenze femminili isolate o a gruppi (generalmente di 2-4 fiori), situate ai lati della cima dei macroblasti dell’ anno, coniche, lunghe fino a 1.5 cm, di colore blu-viola; crescono poco durante il primo anno e molto rapidamente nel secondo. Fioritura: giugno o luglio a seconda dell’ altitudine; nel corso della maturazione, durante il secondo anno, la colorazione degli strobili cambia dal viola al bruno cannella; i semi sono maturi a ottobre/novembre del secondo anno; lo strobilo cade intero insieme ai semi all’ inizio del terzo periodo vegetativo.
Portamento: albero sempreverde, ramificazione strettamente monopodiale; brachiblasti e macroblasti; rami disposti rigorosamente a palchi; la chioma è slanciata e conica durante i primi decenni, mentre a causa degli influssi ambientali le piante in età avanzata (soprattutto se isolate) presentano sovente una ramificazione molto irregolare; ciò non toglie però che anche alberi molto vecchi possano avere una ramificazione regolare (in bosco); fogliazione generalmente densa; eccezionale capacità di rigenerazione; tronco fortemente rastremato; può raggiungere 25 m di altezza e più di 1 m di diametro.
Corteccia:liscia nelle piante giovani, di colore grigio, con lenticelle marroni; con il passare degli anni si forma un ritidoma fessurato longitudinalmente, di colore grigio- bruno con zone rosso-brune.
Rametti:macroblasti robusti, durante il primo anno ricoperti da una fitta peluria di color ruggine, in seguito glabri e grigio scuri. Gemme: ovoidi, appuntite, lunghe 6-10 mm, resinose, con numerosissime squame che si ricongiungono formando una punta; gemme terminali e verticillate sui macroblasti; le gemme sono solo raramente sui brachiblasti (terminali) e, in questo caso, esse sono molto più piccole delle altre e hanno poche squame. Foglie: aghiformi, esclusivamente sui brachiblasti (ad eccezione della primissima giovinezza); fascetti di 5 aghi per ogni brachiblasto; aghi duri, rigidi, lunghi 5- 8 (-12) cm, larghi circa 1 mm, vivono da 3 a 6 anni; la faccia esterna è di color verde scuro, entrambe le facce interne hanno linee stomatifere biancastre; i margini degli aghi sono finemente dentati; canali resiniferi centrali; la guaina degli aghi cade durante il primo anno.
Strobili/semi:gli strobili e i semi hanno bisogno di due anni per maturare. Strobili: brevemente peduncolati, ovoidi e ottusi, lunghi 6-8 cm, larghi 4-5 cm, dapprima viola, a maturità bruni. Squame ovulifere spesse, larghe fino a 2 cm, leggermente riflesse all’ indietro; gli strobili cadono con i semi verso la fine del secondo inverno e si disgregano sul terreno. Semi: lunghi circa 12 mm, larghi circa 6-7 mm, con guscio legnoso, senza ala (con, però, un’ abbozzo di ala che avvolge il seme come una pinza), commestibili; disseminazione per mezzo di animali.
Radici:dapprima radice a fittone, in seguito sviluppo di radici laterali robuste e estese, che sovente avvinghiano dei blocchi di roccia e ancorano saldamente la pianta al terreno.
Riproduzione:
Inizio della fruttificazione solo verso i 60-70 anni, sull’ Altipiano a 25-30 anni; fruttificazione abbondante ogni 6-10 anni, alcuni esemplari fruttificano ogni anno.
Capacità germinativa del materiale fresco: circa 60-80%.
Germinazione: se seminati in autunno i semi germinano per lo più già durante la primavera successiva, mentre se la semina avviene in primavera, essi germineranno solo dopo 2 o 3 anni; in alcuni casi si può ovviare alla dormienza trattando ripetutamente con il freddo i semi stratificati.
La propagazione dei semi avviene principalmente grazie alla nocciolaia (Nucifraga caryocatactes) che li trasporta fino a 15 km di distanza dall’ albero madre, nascondendoli superficialmente nel terreno; solo l’ 80% circa dei semi nascosti vengono mangiati e quindi la rinnovazione del pino cembro è assicurata.
Crescita:
Durante il primo anno si formano solo aghi singoli, nel secondo brachiblasti con fascetti di 5 (o ev. 3) aghi; i verticilli non si formano prima del 5° anno. L’ accrescimento è molto lento, a una quota di 2000 m gli alberelli di 50 anni raggiungono un’ altezza di appena 2 o 3 m; l’ età massima è di circa 500 anni
Distribuzione geografica:
Ssp. cembra: Alpi e Carpazi; malgrado la divisione geografica di questi due areali, non si distinguono delle razze geografiche.
Ssp. sibirica: Russia nord-orientale, attraverso gli Urali fino alla Siberia centrale e occidentale.
Distribuzione altitudinale:
Il pino cembro vegeta ad altitudini comprese fra i 1300 e i 2400 m s.l.m., in forma arbustiva raggiunge i 2600 m s.l.m.. Questa specie è diffusa principalmente nel piano subalpino.
Esigenze ambientali:
ll pino cembro è specie di semiombra. Esso predilige un clima continentale nel piano subalpino, dove forma il bosco climax. È poco esigente nei confronti di calore e terreno.
Nel piano subalpino superiore delle Alpi centrali può imporsi nei confronti dell’ abete rosso e del larice.
Il pino cembro è una specie relativamente poco competitiva. Nelle zone presso il suo limite inferiore viene soppiantata dall’ abete rosso. Nelle zone climatiche continentali può imporsi nei confronti del larice.
Il pino cembro predilige stazioni ad alte quote con clima di tipo continentale e colonizza principalmente i versanti nord del piano subalpino. Nelle Alpi interne lo si può trovare anche sui versanti ovest; preferisce stazioni con elevata umidità atmosferica.
Calore globale: senza pretese; cresce anche con una temperatura annua media di 0°C.
Freddo invernale: insensibile al gelo, sopporta temperature fino a - 47 °C. I giovani cembri sono piuttosto sensibili quando la copertura nevosa è insufficiente.
Avversità:
Funghi: Gremmeniella abietina (disseccamento dei getti del pino), Phacidium infestans (disseccamento del pino cembro).
Insetti: Ocnerostoma copiosella (minatrice del cembro) Ips amitinus var. montanus (bostrico maggiore del cembro), Pityogenes conjunctus (bostrico minore del cembro), Zeiraphera diniana (tortrice grigia del larice)